Partecipa a SanSalvo.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

I trabucchi: la storia delle strutture costiere tra Puglia, Molise e Abruzzo

Condividi su:

Il fascino dei trabucchi

Visitando la costa dell’adriatico, partendo dall’Abruzzo fino ad arrivare nella zona di Trani, in Puglia, probabilmente ci sarà capitato di imbatterci nei trabucchi. Si tratta di strutture per la pesca, realizzate in legno e poste su tratti di costa rocciosi, protese verso il mare.

I trabucchi vengono oggi considerati dei veri e propri monumenti che impreziosiscono la costa e che ci comunicano tanto in merito alla tradizione dei popoli che hanno vissuto in queste zone.

In effetti questo tratto di costa, che parte dall’Abruzzo, passando per le spiagge selvagge ed incontaminate del Molise e per le bellezze mozzafiato del Gargano, è un vero e proprio scrigno di tesori. Da un po’ di tempo a questa parte il turismo estivo si è orientato verso la riscoperta degli itinerari tradizionali, che consentono al turista di entrare in contatto con le realtà più veraci ed affascinanti del territorio.

La costa adriatica in questione, infatti, vive da anni una riqualificazione turistica proprio in virtù delle sue bellezze paesaggistiche. Ne è un esempio il Gargano e la Puglia più in genere. Su questo territorio sono tanti i tuor operator e le realtà radicate, come da esempio Barbarhouse, le quali propongono soluzioni turistiche ed abitative come appartamenti vacanze in puglia per soggiornare durante il periodo estivo, vista la bellezza senza tempo di questa regione.

Come sono strutturati i trabucchi?

I trabucchi sono realizzati in Pino d’Aleppo, un tipo di legname facilmente reperibile dalla macchia mediterranea che cresce rigogliosa in questi territori. Il legname in questione è particolarmente resistente alle sollecitazioni, non troppo pesante e facilmente modellabile.

Viene realizzata così una sorta di piattaforma ben ancorata alla roccia attraverso un sistema di pali intrecciati. La piattaforma di solito è dotata di una copertura per proteggere i pescatori dal sole cocente. Dalla piattaforma si protendono verso il mare dei lunghi pali in legno, paralleli all’acqua, ai quali è agganciata una rete da pesca a maglia fitta. Questi pali vengono chiamati anche “antenne”, mentre la rete è conosciuta come “bilancia”.

Lo scopo dei trabucchi era quello di intercettare i branchi di pesce che seguivano la corrente marina, senza la necessità di andare per mare in barca.

In questo modo i pescatori hanno sviluppato una forma di pesca che prescindeva dallo stato meteorologico delle giornate.

La posizione del trabucco deve essere fatta con un criterio ben preciso. La rete deve poter cadere in un tratto abbastanza profondo, di almeno 6 metri, ed in un punto tale da poter sfruttare le correnti marine a proprio vantaggio.

Le origini

Quando siano apparsi i primi trabucchi non si sa con esattezza. Gli storici li fanno risalire ai tempi dei fenici. Fatto sta che già in un documento risalente al 1240, scritto da un padre Celestiniano e conservato nella Biblioteca Marcesiana di Venezia, parlava della costa di Fossacesia come di un tratto “punteggiato di trabocchi”.

Secondo un altro storico, Pietro Cupido, vissuto agli inizi del 1600, a seguito di un violento sisma avvenuto tra il fiume Fortore e Pescara, morirono circa 17000 persone in questo tratto di costa già scarsamente popolato. Giunsero così dalla Francia diversi immigrati per ripopolare la zona, tra cui artigiani, fabbri, falegnami ed esperti nel guado dei fiumi che, per necessità costruirono queste affascinanti macchine da pesca, testimoni silenziosi di un passato che no

Condividi su:

Seguici su Facebook