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L'addio di mons. Lalli alla parrocchia lentellese. Un'analisi

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Domenica scorsa la piccola comunità di Lentella si è stretta attorno a don Mauro Lalli che dopo circa nove mesi lascia la parrocchia locale per rispondere alla chiamata del Santo Padre che lo destina all'ambasciata vaticana in Croazia. La sua ultima messa, concelebrata assieme a don Giuseppe Vitacolonna, parroco di Fresagrandinaria, si è tenuta in una chiesa gremita, davanti alle telecamere di TRSP (repliche in onda il 13 luglio alle 21.00 e il 14 luglio alle 10.00) e ha visto diversi momenti di sincera commozione che hanno coinvolto i tanti fedeli accorsi. La straordinaria partecipazione è solo l'apice dell'affetto e, soprattutto, dell'entusiasmo, che nel tempo trascorso a Lentella, ha circondato don Mauro. Il perché di tale attaccamento va ricercato in molteplici fattori, ognuno dei quali, sicuramente, rappresenta un forte punto di rottura col passato. Fattori che, però, hanno in comune due caratteristiche principali dell'operato del sacerdote: la trasparenza e la volontà di far partecipe delle scelte parrocchiali tutti. Ogni decisione è stata presa di concerto con i comitati competenti e preannunciata (e poi confermata o meno) durante le funzioni religiose domenicali. Un coinvolgimento, quindi, che è ricaduto su tutte le fasce della comunità parrocchiale lentellese chiamate alla preparazione dei vari momenti liturgici e a far parte più attivamente dell'organico parrocchiale. In primo luogo sui giovani, cercati e interpellati sin dal suo arrivo (alcuni poi inseriti nei comitati costituiti); un modus operandi che ha riportato in chiesa ragazzi e ragazze, una fascia assente da diverso tempo. Senza dimenticare la categoria più debole, quella degli anziani, che ha trovato in don Mauro un importante riferimento non solo nella vita parrocchiale, ma soprattutto un sincero amico con cui scambiare opinioni e allontanare la solitudine. Infine, ma non meno importante, la riapertura di un discorso che pareva abbandonato da tempo: il restauro della cappella dei S.S. Cosma e Damiano. Con l'istituzione del comitato pro-restauro, la parrocchia ha ora un gruppo che ha il dovere di portare avanti gli studi già cominciati anche, e soprattutto, con il nuovo parroco amministratore don Nicola Caravaggio. E sono proprio tali studi e interventi (che riguarderanno anche la chiesa madre, di certo non in condizioni ottimali) che costituiscono parte dell'eredità di mons. Mauro Lalli, un'eredità che non dovrà esser raccolta solo dal successore, ma che chiama principalmente i cittadini di Lentella a proseguire in tale direzione indipendentemente dalla precarietà dei sacerdoti. Un lascito che chiama in causa anche i rappresentanti delle istituzioni presenti durante la messa d'addio; infatti rivolgendosi direttamente a Tagliente, per la regione, e Di Giuseppantonio, il neo-presidente della provincia, don Mauro li ha invitati a prendere degli impegni concreti per la tutela del patrimonio lentellese. Se i due enti sovracomunali erano ben rappresentati, lo stesso non si può affermare per l'amministrazione locale assente al gran completo. È la conferma del trend negativo di questi nove mesi che han visto ripetute mancanze nelle varie ricorrenze di un certo spessore anche istituzionale, un evidente cambio di rotta nei confronti della parrocchia locale rispetto a qualche anno fa. Un peccato per la piccola comunità, perché, congiuntamente le due istituzioni, Amministrazione Comunale e Chiesa, avrebbero potuto realizzare qualcosa in più del tanto già fatto. Così non è stato, lasciando nei fedeli presenti alla cerimonia di domenica un profondo senso di mancanza di rispetto per dei comportamenti che fanno trasparire contrasti più profondi. Profondi e incomprensibili (anche da parte di qualche membro degli stessi comitati) alla luce di quanto di buono fatto in meno di nove mesi e dell'entusiasmo che ha circondato il sacerdote durante la sua permanenza. Forse, per dirla con François de La Rochefoucauld e con don Mauro nell'omelia, "i mediocri condannano tutto ciò che li sorpassa".
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