Ieri un terribile terremoto si è abbattuto con violenza incredibile sul Marocco, i dispersi sono ancora tantissimi e i morti hanno superato il migliaio. Non si può rimanere indifferenti davanti a una tale tragedia: la macchina della solidarietà è già in moto; il mondo si stringe intorno ai cittadini marocchini.

In lutto,  le comunità qui in Italia guardano attonite ciò che è successo e chiama i parenti rimasti a casa per avere informazioni. Abbiamo parlato con alcuni di loro.

“Erano in ospedale e mi hanno chiamato. I miei genitori mi hanno detto che hanno sentito un boato e sono usciti, la nostra casa è danneggiata ma loro stanno bene. Hanno passato la notte all'aperto.” Ce lo dice D., che nel suo paese era preside di scuola elementare e ieri notte, durante il terremoto, era in ospedale con sua moglie che partoriva la sua quarta figlia.

“Sono tornato in Marocco per le ferie quattro giorni fa ed era tutto normale, ora è tutto distrutto. Anche nel mio paese ci sono stati danni, e qualcuno è morto". H. fa un lavoro sfiancante come operatore agricolo, da 12 anni ha fatto dell'Italia la sua casa; in Marocco ha una mamma anziana e un fratello.

Non solo i marocchini, ma tutti si stringono in un abbraccio di solidarietà.

“Ho sentito qualcuno dire che questo terremoto è stato mandato da Dio per punire i marocchini. Spero che nessuno creda ad una simile stupidaggine: il Dio dei Musulmani e dei Cristiani è un Dio d'amore che mai ucciderebbe persone innocenti.  Questa è una tragedia naturale e ora sarà proprio Dio a dare la forza ai marocchini per rimettersi in piedi.” H., un ragazzo egiziano di 24 anni venuto in Italia ad aprile da migrante. Ha una storia tragica alle spalle, ma nonostante questo si ritiene fortunato “Sono fortunato perché in Italia ho trovato persone che si prendono cura di me”.

Di seguito, un video inedito trovato online. Una moschea è crollata, intrappolando e uccidendo due persone all'interno.