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Colonna laparoscopica in 3D, a Vasto cresce la chirurgia mini invasiva

Il dottor Fabio Fiore illustra la sofisticata attrezzatura a disposizione nel reparto di Chirurgia del 'San Pio da Pietrelcina'

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Una tecnologia avanzatissima che permette una visione endoscopica in 3D e  garantisce una qualità alta dell’intervento chirurgico sotto il profilo dell’efficacia e della sicurezza. La nuova colonna laparoscopica è in dotazione della Chirurgia dell’Ospedale di Vasto, ed è stata utilizzata per la prima volta  in questi giorni per la rimozione di un tumore del colon.   

“Questa attrezzatura ci permette di investire maggiormente sulla chirurgia mininvasiva - spiega Fabio Fiore, responsabile dell’Unità operativa - che rappresenta oggi il trattamento più indicato per molte patologie dell'apparato digerente, come i tumori del colon e del retto, la colecistectomia e le ernie della parete addominale. Siamo orgogliosi di poterla utilizzare al ‘San Pio’ per migliorare e avere la possibilità di offrire ai nostri pazienti trattamenti evoluti e al passo con le nuove frontiere della tecnologia ". 

L'arrivo della colonna laparoscopica nell’ospedale di Vasto si inserisce in un percorso di rinnovamento della Chirurgia, che già a fine anno ha fatto registrare una crescita nel numero di procedure riferite alle patologie oncologiche, calcolosi della colecisti e laparoceli, a testimonianza di una indiscutibile vitalità dell’unità operativa e dello stesso ospedale, sul quale la Direzione Asl ha in corso investimenti importanti, soprattutto sul fronte delle attrezzature. 

“La sofisticata tecnologia di visione endoscopica 3D - aggiunge Fiore -  supportata da software per migliorare l'identificazione delle strutture anatomiche, ha prodotto un notevole impatto clinico nelle moderne sale operatorie. L'immagine rimandata dall'endoscopio permette di creare un ambiente immersivo per il chirurgo, migliorandone i movimenti, grazie alle visione della profondità degli elementi anatomici e alla fluorescenza, che evidenzia l'anatomia delle vie biliari e la localizzazione dei linfonodi mediante la visualizzazione di un segnale fluorescente emesso da un colorante biologico”. 

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