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In Abruzzo è caccia al voto degli indecisi

Ultimi 'fuochi' di campagna elettorale prima del voto di domenica 10 marzo

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Sanità e terremoto entrano a gamba tesa sulle regionali abruzzesi di domenica prossima, con i leader del campo largo che si danno il turno sul territorio e quelli del centrodestra in chiusura unitaria della campagna elettorale a Pescara.

Per tutti un unico obiettivo: convincere gli indecisi. E' caccia al voto con ogni mezzo. Per i rappresentanti politici radicati sul territorio sarà l'affluenza a determinare il risultato: se sarà più alta premierà il centrosinistra, e soprattutto i 5 stelle - si ragiona - perché avrà riportato al voto i delusi.

Ma c'è ottimismo nel centrodestra sulle sorti di queste elezioni, con Giorgetti che a Giulianova ha ripetuto quanto detto da Salvini: "Ci scommetto un caffè, e non di più per via della pressione", "sono molto fiducioso, qui le cose andranno bene", ha confermato il ministro. E anche il il senatore FdI Etelwardo Sigismondi ha affermato che "il centrosinistra è consapevole di perdere".

Guerra di parole, ma anche di nervi: da sinistra il primo a spargere fiducia è il 'grande saggio' Giovanni Legnini per il quale "la partita è davvero apertissima"."E non lo dico da tifoso, ma perché ci sono margini molto ridotti".

Conte rispondendo a Salvini lo ha un po' preso in giro: "Ha scommesso un caffè? Allora non ci crede alla vittoria altrimenti avrebbe scommesso almeno una cassa di Trebbiano". Fatto sta che dopo "l'occupazione" del territorio da parte del leader M5s, quattro giorni pieni in Abruzzo per conquistare l'unico voto in cui si sente forte ossia quello d'opinione, è atteso l'arrivo di Elly Schlein e dei leader del centrodestra per la chiusura unitaria della campagna. Meloni prima a Teramo - provincia nella quale si pensa sia in vantaggio il centrosinistra -, alla Camera di Commercio. Poi al comizio finale di Pescara per il mega evento in piazza nel pomeriggio con Tajani, Salvini, Lupi e Cesa.

Nel campo largo, al momento c'è la pace armata tra Conte e Calenda, separati in casa ma d'accordo nel sostenere il candidato unitario, Luciano D'Amico. I due non si incrociano in Abruzzo. "Non mi interessa far polemiche con Calenda", ha detto l'ex premier in una delle tappe del suo tour abruzzese. Entrambi hanno battuto in lungo e largo la regione in questi giorni per sostenere la causa dell'ex rettore dell'Unversità di Teramo. Il leader M5s a Vasto non cita il collega di Azione e punta forte sul tema caldo, ossia la sanità, che è poi lo stesso argomento che usa Calenda per spingere gli elettori al grande cambiamento: "In Abruzzo funziona il candidato, ossia D'Amico, questa è l'unica cosa che conta perché sennò continuiamo a parlare di cose che non contano niente e gli abruzzesi devono andare a curarsi fuori dalla loro regione".

E Conte di rimando: "Sulla sanità ci sono problemi concreti, irrisolti, è un disastro, non è una polemica politica". Ma a ben vedere i fuochi d'artificio di giornata sulla sanità li aveva aperti giorni fa l'ex assessore della Giunta di centrosinistra Marinella Sclocco, la quale si era pubblicamente chiesta "come si fa a votare l'assessore uscente alla sanità Nicoletta Verì? Ha lasciato solo macerie". La replica: "dov'era quando la Giunta di centrosinistra chiudeva gli ospedali?". Altro tema caldo il sisma del 2009. Su questo fronte l'affondo da Pd: Alessandro Alfieri e Michele Fina hanno rivolto un'interrogazione al ministro Fitto e al ministro Giorgetti per sapere, in particolare, a quanto ammonterebbero i tagli per l'Abruzzo. Si parla del decreto 2 marzo 2024, n.19 che "prevede nuove disposizioni per l'attuazione del Pnrr e la revisione del piano complementare allegato, disponendo un taglio di 250 milioni di euro agli "Interventi per le aree del terremoto del 2009 e del 2016". Immediata la replica del Commissario straordinario alla Riparazione e alla Ricostruzione sisma 2016 Guido Castelli, che rassicura: "nessun taglio ai fondi sisma, ma una rimodulazione resasi necessaria proprio in virtù di una richiesta dei territori".

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