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Il viaggio di Cinzia continua….

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La morte tragica ed improvvisa di una giovane è come un lampo a ciel sereno, che spezza, senza pietà, un ramo di un albero, lasciando l’osservatore attonito e senza parole. In tutti i tempi la tragica ed improvvisa scomparsa di chi dovrebbe avere tutta la vita davanti, ha spezzato il cuore dei suoi cari. Eppure questo tragico evento ha ispirato artisti di tutti i tempi a sublimarlo fino ad immortalarlo per sempre, trasformando una breve vita in un eterno capolavoro, da contemplare per sempre, perché capace di creare quella foscoliana corrispondenza di amorosi sensi. E solo così si può superare l’insormontabile barriera di dolore e l’incapacità della mente a comprendere tanta atrocità causata da irrisolvibili dubbie da incomprensibili ingiustizie. Queste rimangono sanguinose ferite mai rimarginabili. Sarebbe, allora, necessario rileggere quelle terzine del Paradiso dantesco, che rimandano alla filosofia aristotelica tomistica, per trovare nella fede uno strumento infallibile, per asciugare le lacrime di una madre che, per di più, si è sentita fortunata e felice nel vedere la sua creatura perfetta invidiabile, portatrice di quella gratificante soddisfazione famigliare, tanto rara nel mondo d’oggi. Di fronte alla grandezza di tanto dolore a ben poco serve l’affermazione degli antichi che “Chi caro è agli dei muore giovane” e che certamente Cinzia avrà studiato nei suoi percorsi di conoscenze classiche. Tutta la sua bravura, tutti i suoi successi ,tutto il suo ricco e avanguardistico curriculum, tutta la sua gioia potrebbe essere letta come un’ansia di vivere, frutto di una percezione segreta del poco tempo a sua disposizione. Ed intanto il cuore spera che New York fosse troppo vicina per l’obiettivo della sua cinepresa.
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