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Pressioni sui sindaci del Vastese: Non difendete l'ospedale di Agnone

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PRESSIONI politiche sui sindaci dell'Alto Vastese perché non difendano la causa di un ospedale extraregionale, il 'Caracciolo' di Agnone. E' la dichiarazione shock di don Francesco Martino, direttore della pastorale sanitaria della diocesi di Trivento e cappellano dell'ospedale di Agnone. Un'affermazione pesante, quasi passata sotto silenzio sulla stampa locale, che però potrebbe spiegare l'ispiegabile silenzio dei sindaci dell'Alto Vastese rispetto alle sorti, ormai segnate, di un presidio sanitario che proprio ai cittadini dell'entroterra del Vastese ha reso, fino ad oggi, un servizio di vitale importanza. Il presidente della comunità montana Alto Vastese, Luciano Piluso, che è sindaco di Schiavi di Abruzzo da poco meno di trent'anni, il 'suo' vice, Massimo Mastrangelo, medico e primo cittadino di Castiglione Messer Marino, insieme ad altri colleghi di zona, hanno sottoscritto l'impegno a dimettersi in caso di tagli al 'Caracciolo'. Nessuno ha dato credito a quella promessa, e infatti non c'è stata alcuna dimissione dopo l'annuncio della condanna a morte dell'ospedale di Agnone. E dunque nessuno si è stupito più di tanto del fatto che alcun sindaco dell'Alto Vastese ha riconsegnato la fascia tricolore al Prefetto di Chieti, quella stessa fascia sfoggiata, per il favore dei fotografi e delle telecamere, durante la manifestazione organizzata ad Agnone dal movimento Il cittadino c'è. Ciò che ha stupito, anzi, ha fatto indignare i cittadini, è che nessuno di quegli amministratori, dopo l'annuncio dei tagli, ha speso una sola parola per la causa del 'Caracciolo'. Le dichiarazioni di don Martino, tra l'altro non smentite, forse spiegano, almeno parzialmente, quel silenzio imbarazzato ed imbarazzante. Un ordine dell'alto, dunque, ma non si capisce bene impartito da chi, affinché nessun sindaco prenda posizione o spenda energie per cercare di salvare il 'Caracciolo'. L'imperativo categorico sembra essere quello di "ridurre la mobilità passiva". Tradotto: lasciate al suo destino il 'Caracciolo' di Agnone, per poter sperare di salvare gli ospedali in Abruzzo. Già, perché secondo le parole del Ministro Fazio, degli attuali ventidue ospedali attivi in Abruzzo, ne resteranno in vita solo nove. E allora, visto che anche le strutture sanitarie abruzzesi sono a rischio, freghiamocene del 'Caracciolo' di Agnone. E infatti Piluso, Mastrangelo, Cicchillitti (sindaco di Castelguidone, ndr) e via elencando, se ne fregano altamente. Tacciono. Contenti loro... Il problema è che per quello che don Martino definisce, giustamente, "il popolo della montagna", rappresentato dai cittadini dell'Alto Vastese, dell'Alto Molise e anche di parte del Sangro, il discorso della "mobilità passiva" non ha alcun senso. Sono questioni da politicanti, da manager della sanità, che non possono interessare chi abita a Schiavi di Abruzzo o a Fraine o a Castiglione Messer Marino e che per un banale attacco cardiaco rischia la vita solo perch‚ il primo ospedale 'utile' si trova a Vasto, ad un'ora di macchina, se tutto va bene, se non c'è neve, se la provinciale intanto non è franata e se il 118 trova la strada per arrivare a casa del paziente. I cittadini se ne fregano della "mobilità passiva", voglio servizi sanitari fruibili, al di qua o al di là di uno stupido confine. Resta da capire, ora, chi ha impartito l'ordine di cui parla don Martino, solitamente bene informato su queste questioni. Magari qualche sindaco abruzzese può aiutarci a svelare il 'giallo'.
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