La domanda cameratescamente impertinente, ma logicamente ovvia, di Laura Delli Colli a Pupi Avati doveva essere proprio quella: "Maestro, salendo sul palco, dove hai piazzato la macchina da presa e, ancora, da dove stai pensando di cominciare a girare? Da destra o da sinistra?"
D'incanto si é materializzato un set cinematografico dove scenografo, sceneggiatore, tecnico delle luci, autore, attore, aiuto regista, regista avevano un solo nome: Pupi Avati!
E giù il film, quello di una vita: dalla folgorazione iniziale (Fellini e il suo 8 e 1/2) alle prime delusioni (un oscuro lavoro con gli amici/cavia del Bar Margherita).
Aneddoti di vita vissuta in un mondo, quello del cinema, dove si può rappresentare, come in una fotografia, la realtà o far diventare realtà ciò che nella vita é un sogno irrealizzabile.
Storie diventate film, tanti film (41). Attori, tanti attori: alcuni noti e di bravura accertata ed altri, noti per stereotipi (Greggio, Abatantuono, Ricciarelli) e portati sulla soglia del Nastro d'argento.
Pupi non si é sottratto, si é addirittura speso oltre ogni aspettativa regalando al numeroso pubblico che lo ascoltava in...religiosa, appassionata attenzione una serata difficile da dimenticare e lasciandolo nell'attesa che nelle sale cinematografiche venga proiettato l'ultimo film da poco finito di girare.