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Lentella, l'ampliamento della cava Laterlite non supera la Valutazione d'Impatto Ambientale

Rischi geomorfologici alla base della bocciatura

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Il 14 ottobre l'Ufficio per la Valutazione d'Impatto Ambientale ha espresso parere negativo sul progetto di ampliamento della cava di argilla presentato dalla Laterlite S.p.A. in data 24 marzo 2010. Il Comitato chiamato a esaminare la richiesta ha votato all'unanimità la bocciatura della stessa con la seguente motivazione: «L'importante dimensionamento dell'attività estrattiva e l'assenza totale di raccordo morfologico con il contesto esterno è causa di una grave alterazione geomorfologica dell'area interessata e del territorio circostante». I numeri dei lavori parlavano di 1.643.223 metri cubi di terreno da prelevare in 10 anni, dei quali circa 1.540.000 sarà destinato alla produzione di argilla espansa; l'estensione della cava sarebbe passata da 109.614 metri quadri a 191.881 (l'area del progetto è di 103.034 con 20.767 mq di sovrapposizione con la vecchia cava). L'esigenza di estendere la zona di prelievo dell'argilla è sorta dopo i dissesti idrogeologici degli ultimi anni che hanno ridotto la capacità produttiva dei siti già in uso e dopo un aumento del fabbisogno di argilla dell'impianto passato da 150.000 a circa 160.000 metri cubi annui. Nel documento finale rilasciato dal Comitato di Coordinamento Regionale per la Valutazione d'Impatto Ambientale si scopre, inoltre, che alcuni lavori di gradonatura, nell'area per la quale viene richiesta l'autorizzazione, erano già stati effettuati senza la necessaria documentazione autorizzativa. Ciò viene fuori dalle foto aeree scattate negli anni 2007 e 2009 in possesso della Regione. Questa estate la Laterlite, tramite il geologo Nicola Tullo ha fornito la copia di una nota della Direzione Attività Produttive, Servizio Attività estrattive che dimostra come la conferenza dei servizi avesse demandato al Servizio stesso l'adozione dei provvedimenti necessari per ristabilire la sicurezza dei luoghi. Tale intervento anticipato, però, ha vanificato l'efficacia della Valutazione di Incidenza presentata per valutare gli impatti su habitat e specie. Lo stop al progetto, quindi, è motivato dai rischi geomorfologici connessi a lavori di sbancamento di tale portata in un'area che insiste su una zona a vincolo idrogeologico e non hanno a che vedere con un improbabile incremento del volume dei rifiuti usati come combustibile (timore, questo, evidenziato da Antonio Ottaviano nell'unica osservazione giunta in Regione).
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