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La festa della Candelora.

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''Candelora, dell'inverno siamo fora, ma se piove e tira vento nell'inverno siamo dentro'', così recita un antico detto popolare riguardante la festività del 2 febbraio. Il tiepido sole invernale che risplendeva qualche giorno fà sull'Alto Vastese annuncia che la stagione invernale è ormai finita, ma la saggezza dei più anziani ricorda che proprio febbraio è il mese caratterizzato dalle nevicate abbondanti. Previsioni meteorologiche a parte, si è celebrata nei giorni scorsi in tutte le parrocchie la festività religiosa della Candelora, in ricordo della presentazione di Gesù al tempio quaranta giorni dopo la sua nascita, secondo la legge antica. La festa ebbe origine in Oriente con il nome di ''Ipapante'', che significa ''incontro'', poi nel secolo VI si estese all'Occidente, soprattutto in Gallia dove si teneva una solenne benedizione delle candele seguita dalla processione popolarmente nota con il nome di ''candelora''. Probabilmente le vere origini di questa festività sono però pagane: in questo giorno, in onore della divinità Februa, si facevano processioni con fiaccole accese, ma si parla addirittura di antichissime derivazioni celtiche, infatti secondo il calendario celtico il 2 febbraio, cioè quaranta giorni dopo il solstizio d'inverno, iniziava la stagione chiamata Imbolc. La genesi di questa festa è dunque il classico esempio di cristianizzazione di persistenze culturali pagane: la Chiesa, soprattutto nel Medioevo, di fronte all'incapacità di sradicare totalmente i culti pagani preesistenti, si accontentava di trasformarli in senso cristiano, in un certo senso si ''battezzavano'' gli antichi rituali pagani. Durante le celebrazioni di ieri sono state benedette le candele che vengono poi conservate in casa dai fedeli. Anticamente quei ceri conservati venivano poi accesi in occasioni particolari ad esempio per placare l'ira divina, oppure durante i violenti temporali, per scongiurare gravi pericoli e calamità, e comunque in ogni momento in cui si sentiva il bisogno di invocare l'aiuto divino. E' evidente che si trattava di pratiche legate più alla superstizione che alla religione, oggi invece le candele non sono altro che un simbolo, rappresentano infatti il Cristo che è ''luce per illuminare le genti'' come si legge nel testo dell'antifona recitata durante la benedizione del 2 Febbraio.
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