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Venosini: Non mi è stato permesso di parlare, così muore la democrazia

Il sindaco di Celenza commenta la sfiorata rissa nella chiesa parrocchiale

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CELENZA SUL TRIGNO - "Uno scandalo che non ha eguali nella storia di questo comune". Così il sindaco di Celenza sul Trigno, Andrea Venosini, a commento di quanto successo sabato sera, nel corso del convegno sulla scuola paritaria. La riunione, insolitamente, si è tenuta in chiesa. Quando il primo cittadino ha cercato di prendere la parola per spiegare le motivazioni della decisione di sostituire la locale scuola delle suore con una statale, gli è stato impedito di esprimere il suo pensiero. Una censura ancor più grave perché posta in essere nei confronti di chi è e resta il sindaco del paese, democraticamente eletto. Di seguito lo sfogo del primo cittadino: "Si sarebbe dovuto tenere un incontro dibattito per fare chiarezza sulle possibili alternative sul futuro della scuola paritaria dell’infanzia. Un convegno tecnico a detta delle tre associazioni “politicizzate”. Un convegno, tenutosi in chiesa con il placet del parroco Don Nicola Gentile, colmo di insulti e messaggi anticlericali e fascisti di fronte ai quali il parroco è rimasto insensibile. Come può un parroco autorizzare in un luogo sacro eventi scandalosi come questi favorendo l’odio ed affossando qualsiasi intenzione di “pace”? Chi si autodefinisce intellettuale non ha fatto altro che infierire sugli attuali amministratori con offese gratuite e definendo gli stessi “ottusi e fascisti”. Una parte del pubblico, selezionato ed irrispettoso del luogo sacro, ha fatto da cornice con applausi e tifo da stadio all’interno di una chiesa. Un amministratore di minoranza, presente tra il pubblico, dopo aver dato degli “ipocriti” gli attuali amministratori ha ipotizzato il disegno diabolico di voler sostituire l’attuale gestione con una cooperativa di tipo clientelare. Diffamando quindi tutti in luogo pubblico. Dopo che tutti i relatori hanno dato il loro meglio screditato l’attuale amministrazione, il sindaco alza il dito e chiede la parola. L’ex sindaco Rodrigo Cieri dice al microfono più volte “Tu non puoi parlare, tu non puoi parlare, tu non puoi parlare”. Così muore la democrazia! Alcuni cittadini si alzano in piedi ed urlano: “Siete dei Fascisti”; qualcuno dall’altare sottrae il microfono al sindaco tirando il cavo con forza. Il primo cittadino non deve parlare! La paura di fare chiarezza sul caso e finirla con la pagliacciata è tanta! Sono passati duemila anni, ed oggi, nell'anno 2011, troviamo venditori non di valute e colombe all'interno del tempio, ma di zizzanie, millanterie e falsità nella casa del Signore. - aggiunge, citando il Vangelo, il primo cittadino Venosini - La politica va fatta fuori dai templi sacri. Si sollecita chi di competenza a prendere i dovuti provvedimenti su tale incresciosa situazione".
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