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Verso un nuovo modello sostenibile per affrontare il 'picco del petrolio'

In programma a Vasto un convegno sulle 'Città di transizione'

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Venerdì primo aprile si terrà a Vasto un incontro pubblico sul Movimento di transizione. Il movimento è nato nel 2006 a Totnes, piccolo centro inglese, da Rob Hopkins. L’obiettivo dei sostenitori della transizione è quello di supportare e preparare le comunità locali al picco del petrolio e ai cambiamenti climatici incrementandone la resilienza. Il movimento di transizione è una realtà complessa, ormai presente in tutto il globo terrestre, che si basa su concetti chiave e principi ben precisi. Innanzitutto il più importante: il “picco del petrolio”. Esso si rifà al modello teorizzato dal geofisico Marion King Hubbert nel 1956 che studiava l’evoluzione temporale delle attività estrattive dell’uomo, in particolare quella petrolifera. Il picco, quindi, è fatto corrispondere al raggiungimento della massima capacità estrattiva; da lì in avanti si entra in una fase discendente che renderà sempre più difficile ottenere petrolio a basso prezzo. Pur essendo impossibile – per via degli Stati che mantengono il più stretto riserbo sui propri giacimenti – effettuare delle stime precise sulla datazione del picco, i più svariati studi moderni lo collocano in un arco temporale che va dal 2006 al 2020. Partendo dal ruolo fondamentale e dalla penetrazione in tutti gli ambiti che tale risorsa ha nella società attuale, il movimento di transizione cerca e sperimenta soluzioni per rendere meno traumatico l’impatto con il crepuscolo del petrolio. Come? Riorganizzando il modo di vivere in forme più sostenibili, solidali e rispettose dell’ambiente. Dette così le iniziative di transizione potrebbero quasi apparire come comunità di nostalgici hippy, mentre la realtà è ben diversa. Il fenomeno in meno di 5 anni ha coinvolto anche amministrazioni comunali e interi centri abitati. In Italia il comune capofila è stato quello di Monteveglio in provincia di Bologna (circa 5.000 abitanti) che promuove corsi di alimentazione sostenibile, sperimentazione di nuove tecniche di coltura – primo fra tutte l’orto sinergico –, laboratori per insegnare ai più piccoli a preparare in casa pane, pasta e altri alimenti, banca del tempo, mercatino del riuso, firma energetica, partecipazione nelle scelte ecc. Piccoli accorgimenti e abitudini dimenticate che una volta adottate incrementeranno la resilienza (altro nodo fondamentale nel movimento) delle comunità, ovvero la capacità di adattarsi alle conseguenze, anche radicali, derivanti dal raggiungimento del picco del petrolio: riduzione della disponibilità di energia, problemi economici e finanziari, difficoltà di approvvigionamento di generi alimentari, mancanza dei servizi primari. A esporre le idee alla base della Transizione interverrà Deborah Rim Roiso, referente per l’Italia. L’iniziativa si terrà presso la sala Tam Tam dell’Oratorio Salesiano (via San Domenico Savio, 1) di Vasto dalle 21 ed è realizzata con la collaborazione di: Club UNESCO Città del Vasto, WWF Zona Frentana, Arci Vasto, Opera Salesiana di Vasto, G.A.S. Vasto, Costituente Parco Costa Teatina.
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