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Il carcere di Torre Sinello rischia la paralisi a causa delle candidature di Lentella

In venti in due liste per usufruire di un mese di aspettativa

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A Lentella, storicamente, alle amministrative la competizione è stata sempre un “discorso a due”. Le elezioni previste per il 15 e 16 maggio vedono in lizza, però, ben quattro liste: Orizzonti Nuovi, Partito Democratico (tra l’altro, Lentella è uno dei pochi piccoli comuni in cui il centro-sinistra si presenta sotto il simbolo del PD), Insieme per la sicurezza, Insieme per un futuro migliore. Si potrebbe pensare a un rinnovato desiderio di partecipazione e democrazia, ma non è così. Insieme per la sicurezza e Insieme per un futuro migliore sono due “liste-fantasma”, formate dagli agenti di polizia penitenziaria del carcere vastese di Torre Sinello. Un caso analogo si ebbe a Guilmi l’anno scorso dove la lista Alba Chiara riportò un voto. Quest'anno due liste di finanzieri e poliziotti si sono presentate a Pietraferrazzana, 5 liste in tutto per 100 votanti; pensate, un candidato per ogni 3 abitanti. Se si esclude l’interesse per l’amministrazione di tali piccoli centri, talvolta sentiti nominare – dai candidati – per la prima volta, cos’è che spinge a “sconfinare” dalla propria realtà? La risposta è nel mese di aspettativa atteso come una manna dal cielo dagli agenti alle prese quotidianamente con turni massacranti e problemi di affollamento comuni a tutte le carceri italiane. Insomma, un mese di riposo retribuito per portare avanti una campagna elettorale che effettivamente non ci sarà e che, come un cane che si morde la coda, aggraverà di riflesso le condizioni dei colleghi rimasti in servizio. Le venti candidature di Lentella hanno gettato nello sconforto i lavoratori e le sigle sindacali (Osapp, Cisl-Fns, Sinappe e Ugl) del carcere vastese di Torre Sinello. Nel mese che porterà alle elezioni a causa loro circa 70 agenti dovranno occuparsi di ben 280 detenuti, 4 persone in celle da uno. Per trovare numeri simili bisogna andare indietro al 2006 quando i detenuti erano 258, ma gestiti da 125 agenti. Subito dopo la presentazione delle liste, avvenuta sabato 17, il personale è entrato in “sciopero della mensa”, minacciando di non toccare cibo finché le richieste sull’incredibile stato di emergenza non saranno ascoltate. Nella giornata di ieri era prevista la presenza di Mons. Bruno Forte per la celebrazione della messa del precetto pasquale e l’inaugurazione della nuova palestra; occasione, questa, definita dai lavoratori in agitazione come il classico evento a dimostrazione che tutto va bene, mentre la realtà è ben diversa. Indicati come responsabili della situazione insostenibile sono il provveditore regionale Salvatore Acerra e la direzione dell’istituto, colpevoli di decisioni unilaterali su straordinari e turni extra. Raggiunto per alcune domande, un candidato delle due liste di Lentella afferma di essere alla prima esperienza. Dopo anni passati a lavorare anche nei periodi elettorali con i disagi del caso – riposi e ferie che non possono essere concessi, lavoro straordinario non sempre retribuito, sovraffollamento di detenuti ecc. – e dopo le promesse di riesame della legge sulle candidature per ammansire chi resta in servizio, anch’egli ha smesso di prendersela con i colleghi decidendo di scendere virtualmente in campo «per non rimanere un'altra volta fregato». Forse è questo, cercare di risolvere questioni perenni e inascoltate (sovraffollamento delle carceri e scarsità di personale) lasciando zone d’ombra (gli accordi sui permessi straordinari) attraverso le quali arrangiarsi, aggravare i problemi e portarne di nuovi (maggiore riduzione del personale e aumento dei costi per lo Stato) il vero made in Italy. Ignorare ricorsivamente per ridurre infine il tutto all’ennesima guerra fra “poveri”.
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