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Ballottaggi, Referendum e dintorni....

L'intervento di Domenico Di Stefano

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Tra pochi giorni si terranno i ballottaggi per le amministrative 2011 e personalmente auspico un grande successo dei candidati del Centrosinistra, a cominciare da quelli geograficamente più vicini, in primis a Vasto. Credo che ognuno di noi possa dare un contributo, ideale o meno, alla vittoria finale, magari ricordando o ritrovando conoscenze inaspettate persino a Napoli e a Milano. Proprio il capoluogo lombardo segnerà, in un modo o nell'altro, le sorti dello scenario politico nazionale per i giorni a venire. La vittoria di Pisapia potrebbe essere un succulento antipasto per altre vittorie a cominciare da una non fantasiosa crisi del governo Berlusconi. In ogni caso un dato pare certo: il virus del berlusconismo che ha minato e contagiato gli ultimi venti anni di storia politica e istituzionale del nostro Paese pare segnare il passo, speriamo davvero in via definitiva. Sul berlusconismo e sulle sue conseguenze si è detto e si dirà ancora molto poiché, ripeto, è comunque storia patria anche se non della migliore fattura. Anche il centrosinistra dovrà interrogarsi a lungo sul fenomeno e dovrà anche analizzare i suoi errori, sia quelli imitativi al ribasso del Cavaliere sia quelli di rincorsa alle “follie” dello stesso o troppo semplicemente quelli appiattiti sul più viscerale antiberlusconismo. Berlusconi in questi anni ha ingoiato (e fatto ingoiare) di tutto e di più, allo stesso modo ha triturato amici e avversari piegandoli sempre ai suoi voleri, facendo sempre da mazziere, molto spesso sia nel suo che nello schieramento avverso, fin quando il suo delirio di onnipotenza e di impunità ha travalicato i confini del buon senso e dei valori intoccabili, soprattutto la Costituzione e il Presidente della Repubblica. Il “miracolo” dei 150 anni dell'Unità d'Italia ha azzoppato, credo inconsapevolmente, il Cavaliere e le Sue velleità. Ma se dunque è vero il ritornello che Berlusconi è invecchiato e non ha più lo smalto degli inizi, dobbiamo fatalmente riconoscere che ha perso smalto anche un'intera classe dirigente del centrosinistra. Rifondare il paese dopo Berlusconi sarà tema di grande impegno che non potrà esimersi da una seria analisi sociologica, forse prima ancora che politica. Ne riparleremo. Intanto a San Salvo siamo in piena campagna elettorale per i Referendum del 12 e 13 giugno. Votare SI e fare in modo che la maggioranza dei sansalvesi (e degli italiani soprattutto) pronuncino il loro SI forte e convinto potrebbe essere l'ennesimo colpo di grazia al governo e alla sua incapacità politica e progettuale. Per questo aderisco e partecipo di cuore al Comitato Unico sui Referendum costituito dai Partiti del Centrosinistra (PD, SEL, IDV, PSI) della nostra città: bravi! Il nuovo Centrosinistra di San Salvo, tanto invocato e tanto necessario, ha un primo banco di prova che, al di là del risultato elettorale referendario, comincerà a scrivere l'intestazione di un progetto da sottoporre presto ai cittadini in chiave amministrativa. Un progetto tanto ambizioso e ampio che può serenamente guardare a tante componenti della città, dentro, fuori e oltre il centrosinistra perché la vera politica insegna che un' idea per essere vincente deve anteporsi sempre alle ambizioni personali e ai rancori di chicchessia. Infine, tra pochi giorni nell'aula consiliare del nostro comune arriverà il Bilancio. Ognuno ha gli strumenti e i mezzi intellettuali e politici per orientarsi ed orientare. Legittimo e scontato sarà il ruolo dell'opposizione, legittimo e chiaro quello della maggioranza. Legittimità e chiarezza renderanno note anche altre intenzioni, magari non scontate e che vorrebbero restare anonime. Consapevoli che il bene di San Salvo è troppo prezioso per soccombere, vedremo cosa accadrà. Prima, durante e dopo. Solo allora sapremo se questa campagna elettorale per i referendum è un buon viatico per quella della primavera del 2012. O se già tra qualche giorno saremo in una campagna elettorale comunale che potrebbe essere diversa da quella immaginata e lunga, troppo lunga, davvero lunga. Così lunga (e cattiva) che forse i cittadini non ce la perdonerebbero.
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