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ATTI ILLEGITTIMI ALL'ATC VASTESE, D'AMICO ALL'ATTACCO

Il capogruppo del Pd in Provincia critica l'attuale gestione del settore caccia

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«Il settore della caccia in provincia di Chieti si trova in una situazione confusa e disastrosa, con il consigliere delegato Staniscia che continua a considerarlo cosa privata e personale». Parole pesanti quelle del capogruppo del Pd in Provincia, Camillo D’Amico, a commento della delicata vicenda che coinvolge l’Ambito territoriale di caccia del Vastese. Il caso è scoppiato dopo che il collegio dei revisori ha chiesto la sospensione di Domenico Capuzzi, componente del comitato di gestione dell’Atc Vastese e contemporaneamente presidente dell’Atc Lancianese. I revisori hanno sollevato la questione della incompatibilità per le due cariche ricoperte da Capuzzi e il presidente D’Angelo, di conseguenza, non lo ha più ammesso alle riunioni. Nel merito si è espressa l’avvocatura della Provincia, secondo la quale ai componenti del comitato di gestione degli Atc «non possono essere applicate le cause di incompatibilità che riguardano i dipendenti pubblici»; solo i dipendenti pubblici, appunto, e Capuzzi non lo è. «La decisione di sospensione di Capuzzi, - continua l’avvocatura della Provincia - non sembra essere stata correttamente intrapresa dal collegio dei revisori, con la conseguenza che gli atti emanati nel periodo della sua sospensione forzata appaiono parimenti viziati». Sull’argomento incalza il consigliere D’Amico: «Atti importanti come il bilancio di previsione del 2011 e la gara effettuata per l’acquisizione della selvaggina sono illegittimi. Tutto ciò alla luce dei pareri espressi dall’ufficio legale e dal dirigente di settore della Provincia che hanno sanzionato l’unilaterale scelta del presidente Donato D’Angelo di non convocare più alle riunioni del comitato di gestione un componente sulla scorta di una segnalazione del collegio dei revisori dei conti. Alla decisione assunta dal presidente D’Angelo si è unita l’arroganza frutto di una volontà politica tesa a gestire il settore caccia al di fuori di ogni minima regola di partecipazione democratica. La decisione formale adottata dall’ufficio legale e dal dirigente fa giustizia di ogni strumentale e volontaria parzialità, fa chiarezza sulle decisioni assunte dal presidente dell’Atc e del suo suggeritore politico. Saranno ancora maggioritari i consensi tra i cacciatori dopo due anni di gestione Staniscia?».
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