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Monteferrante risponde ai responsabili del Pd

In seguito alla richiesta di dimissioni

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Carissimi “responsabili” apprendo dagli organi di stampa che chiedete le mie dimissioni. Mi piace ricordarvi che con un messaggio che certamente avete ricevuto, in data 26 luglio 2011 alle ore 8.23 ho comunicato ai membri del direttivo quanto segue: “Vi comunico che il prossimo direttivo sarà convocato dal segretario provinciale che ne deciderà data ed ordine del giorno. Rispettosamente Agostino”. Tale comunicato, pensato in seguito al direttivo della sera precedente in cui mi si è ricordato di essere segretario nominato e non eletto, è ancora valido e rimette alla responsabilità della segreteria provinciale e del direttivo anche la sorte del mio mandato di segretario. Ai più che non conoscono le vicende ricordo che la mia “nomina” in direttivo è stata effettuata dietro indicazione della segreteria provinciale sentita quella regionale allorquando si è palesata l’impossibilità di trovare una soluzione autonomamente, in seguito alle dimissioni della segreteria cittadina che c’era. Nei casi come quello sansalvese per risolvere tali vicende è prassi di chiedere l’impegno a chi più di altri ha negli anni accumulato esperienze politiche amministrative oggettivamente riconoscibili. La segreteria provinciale non aveva molte possibilità di scelta, all’incirca quattro, di cui due erano impegnate dentro l’amministrazione comunale e tra i due “meno impegnati” tra me e Arnaldo si è chiesto a me perché l’onorevole Mariotti era impegnato a risolvere le questioni della federazione di Avezzano. Ho posto al segretario provinciale una sola condizione prima di accettare e cioè che la scelta fosse unanime dentro il direttivo. Non andò così. Nel primo direttivo utile la proposta non fu accolta perché larga parte dei “responsabili” non condivisero. Andare al congresso con la situazione locale data non era il meglio da fare ed al secondo direttivo la “nomina” passò. Sapete benissimo che non ho sgomitato per questo ruolo, già ricoperto in passato quando ho guidato, nei DS, da segretario, la vittoria di Gabriele Marchese a sindaco al primo mandato. In questa occasione accettai di prendere in carico una situazione estremamente precaria, perché in questi casi chi ha ricoperto ruoli importanti non può girarsi dall’altra parte e fare finta di niente anche se mettevo in conto i consigli degli amici più vicini che mi hanno sempre sconsigliato di farlo. Esistono , però, occasioni che ti chiamano a non scansarti. Ci sono uomini nel partito di cui nutro stima infinita nei confronti dei quali al rispetto abbini le scelte. Molti di voi non sono tra queste persone ma un partito è un partito e lo prendi tutto o niente. Ho cercato dal primo momento di mettere mano alla questione amministrativa , conscio del fatto che non risolvere quella avrebbe provocato grandi danni anche al PD che indegnamente cercavo di rappresentare. A lungo mi sono scontrato con chi non vedeva il problema e chiedeva il confronto in consiglio. Siano testimonianza di questo i comunicati alla città ed i verbali in sezione. Al confronto in consiglio ci siamo arrivati con l’esito devastante che abbiamo conosciuto, tutti noi. Ad ore scadono i termini per il sindaco di ritirare le dimissioni ed ho ragione di credere che a breve la città sarà commissariata. Mi chiamate oggi ad un passo indietro, per altro già fatto, in una fase in cui l’elaborazione del lutto amministrativo mi ha consigliato di non fare dichiarazioni personali politiche dopo il voto del Conto Consuntivo. In questi mesi ho sempre avuto chiaro ragioni e torti e certamente ho avuto chiaro dove si annidava il problema politico. Nel ruolo di segretario ho cercato di fare il possibile e non ci sono riuscito. Ne assumo le responsabilità. Peccherei di immodestia se oggi dopo le infinite ore di trattative mi aspettassi un grazie. Sono realista e ,se anche in privato molti di voi ed il sindaco mi hanno ringraziato per il lavoro svolto, mi aspettavo questo vostro ultimo (solo in termini di tempo credo) atto di responsabilità semplicemente perché vi conosco. Si vi conosco , vi conosco bene, siete così e non vi si può cambiare. Molti di voi non cambieranno mai. Sono un riformista, spero possiate leggere ciò che “non cambiare mai” può significare in tutta la sua gravità per un riformista. Non trovo parole più gravi. I ruoli da me ricoperti negli anni sono sempre stati a disposizione e per fortuna ci sono persone che stimo all’interno del partito che possono confermare che i passi indietro li ho sempre fatti con la dignità di chi cerca di “rappresentare “ più persone oltre se stesso. Non è un sacrificio che chiedete a me. Una sola preghiera non fatelo in nome del bene della città. E’ un bene quello della città troppe volte strumentalizzato in questi mesi. San Salvo non merita questo. Per amor di patria cerchiamo di risolvere le nostre questioni dentro il partito, non disturbiamo San Salvo, ci è costata troppa fatica vederla crescere così. Non è mai stato un paesone, neanche negli anni cinquanta , prima dello sviluppo industriale. Le querce sono grandi alberi anche quando sono solo un rametto. Questa città ci inorgoglisce. Questa città inorgoglisce in special modo chi si è messo in gioco quando non c’erano poltrone da spartirsi. E’ storia della quale io faccio parte. Il libro di Giovannino Artese ha tante pagine dense, tra le prime c’è mio nonno davanti alle scuole elementari, è seduto e si vedono sotto le scarpe le chiodature. Tra le ultime pagine c’è il mio nome ed una foto in cui sono presente, vestito bene e con scarpe più comode di quelle di mio nonno. La prima copia di quel libro fu consegnata all’on. Artese dal sindaco Mariotti. Abbiamo imparato in questi anni che quello che abbiamo prodotto poggiava su radici solide e robuste, nella continuità . Abbiamo imparato che nessuno è indispensabile ma tutti sono preziosi. Abbiamo imparato a riconoscerci nelle nostre piccole dimensioni personali. Abbiamo imparato a non tagliare il ramo sul quale ci si appoggiava. Abbiamo imparato a vincere ed a perdere e tante altre cose. Sono a vostra disposizione, nella distanza che mi separa da chi ha prodotto il documento, coscio del fatto che almeno in questo caso la firma sia genericamente riferita ai responsabili. Vi auguro di poter incontrare la Responsabilità, quella vera quella che ti fa tremare le gambe prima di mettere la firma su un atto amministrativo , la Responsabilità delle scelte anche gravi che in politica si è chiamati a compiere. Auguro a tutti voi di incontrare la Responsabilità che non fa dormire la notte prima di un consiglio in cui sarai attaccato frontalmente. Auguro a tutti voi il dramma della Responsabilità quando sbagli. Auguro a tutti voi di incontrarla la Responsabilità, quella vera e di sapervene far carico. A tutti noi auguro di saperci rialzare dopo lo scontro per mettere ordine alle nostre coscienze. Non auguro alla mia città l’irresponsabilità della divisione senza fine. Sta cambiando tutto intorno a noi e ho l’ambizione di essere più disorientato degli altri. Avrò di certo ,a breve, il piacere di incontrarvi nelle sedi appropriate che ci chiameranno al confronto. Forse non sono stato capace di ottenere unità del partito perché non sono stato in grado di rappresentare tutti e di certo voi. Posso assicurarvi che la mia disponibilità a cedere il passo è direttamente proporzionale alla volontà di affrontare la verità . E’ della verità che ci occuperemo. Essere riformisti è un atto di coraggio, si naviga in mare aperto. Cordialmente
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