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A SAN SALVO, CHI NON POTEVA PAGARE IL DEBITO DOVEVA STARE CON IL SEDERE DENUDATO SU "LU TAMMULE"

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Nei tempi passati a San Salvo quando una persona non poteva pagare il debito (il numero cresceva smisuratamente nelle annate di magro raccolto) non sapeva a quale santo rivolgersi. Il creditore lo rincorreva per tutto il paese. Le minacce erano così ossessive che il malcapitato era costretto a dire : ” Vàië a lu tammulë”. Il tomolo era di legno ed aveva una forma cilindrica. Veniva posato nel piazzale della chiesa di San Giuseppe. “Andare al tomolo” significava calarsi le brache e, dopo aver mostrato il culo denudato doveva sedersi sul tomolo tra gli sberleffi e le ingiurie della gente quasi sempre numerosa. Il poveretto per la vergogna poteva appena dire :” ‘ Nin tinghë addrë”. Quando passava per le strade, i paesani lo tenevano sotto tiro : ” E’ stàtë a lu tàmmulë” .
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