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Intervento di Domenico Di Stefano

San Salvo, la città del grembiule.

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Primo giorno di scuola. Stamane tante bambine e tanti bambini pieni d’emozione hanno varcato il portone di scuola, tenuti per mano da genitori, spesso più emozionati dei figlioletti. Anch’io ho eseguito il rito accompagnando la mia bambina nel plesso di Via Verdi. Niente di straordinario, solo una profonda sintonia con tutte le mamme e i papà della nostra città e di una buona fetta d’Italia. E così, da stamattina la nostra San Salvo si è popolata di grembiuli e di cartelle colorate, di quel vocio intenso ed irripetibile che risveglia strade e quartieri, piazze e giardini, edifici e speranze. Uscito da scuola mi sono incamminato verso una serie di considerazioni. Nell’ultimo decennio a San Salvo sono nati oltre 2000 (duemila) bambini. Questo dato, credo ampiamente verificabile presso il nostro ufficio anagrafe, è molto più lungimirante e affidabile di ogni ampollosa analisi politica (ma poi, quale politica?). Certo, queste nascite ci aprono ad una qualche riflessione, almeno sotto l’aspetto sociologico perché il fatto che a San Salvo si fanno più figli motiva una serie di indicatori sociali importanti. Provo ad indicarne alcuni già sicuro che il mio ragionamento sconterà alcune dimenticanze, e di questo me ne scuso con gli esperti. Innnanzi tutto la consapevolezza di avere in città famiglie giovani, i cui componenti (genitori) hanno 30-40 anni di media. Questo significa che a San Salvo c’è una forza produttiva ed un motore di sviluppo economico ed umano straordinari. Queste donne e questi uomini scelgono d’investire in futuro e, accanto alla sacrosanta dignità del lavoro, sanno bene che non esiste migliore investimento della vita umana. A San Salvo, nonostante le fatiche, ci sono servizi e attenzioni all’infanzia che altrove non si trovano, insomma la cosiddetta qualità della vita è migliore di altri lidi. Scuole, asili, ludoteca, palestre, mensa, trasporti gratuiti: migliorabili certamente, ma esistenti ed efficaci! Questo vuol dire ancora che il personale (docenti e non) delle nostre scuole è professionalmente e deontologicamente più che adeguato, di straordinario livello. E ancora, chi può negare la mirabile e fruttuosa opera di decine di associazioni sportive, religiose e culturali, ricreative e ludiche che quotidianamente scommettono sui piccoli e dunque sul futuro! Agli insegnanti, agli educatori di ogni genere, soprattutto alle famiglie va il plauso più vero per questa ricchezza che è ricchezza della città e di tutti i cittadini. A tutti un grazie grande come il cielo! L’esplosione demografica dell’ultimo decennio, e anche quella precedente, hanno interrogato le amministrazioni comunali che si sono succedute le quali, al passo coi tempi, hanno investito, e tanto!, per costruire strutture e migliorare quelle esistenti. Qualche volta si è riusciti in ottime operazioni, qualche volta meno ma mai si è registrata indifferenza o disattenzione. Anche la prossima amministrazione, qualunque essa sia, non potrà sottrarsi, e meno male!, ad una lettura della città con gli occhi dei bambini, di questi mille e più grembiuli che svolazzano aggrappati a sogni e domande di ogni genere. A noi adulti forse non spetta necessariamente il compito di risolvere sogni e domande, semmai a noi compete di continuare a suscitare sogni e domande e di dare ai più piccoli, proprio a loro, la libertà e la felicità di realizzare i sogni e di rispondere alle domande. Ricordando a loro e a noi stessi che il grembiule oltre ad essere un simbolo “scolastico” è, per altri versi, il “simbolo del servizio” (don Tonino Bello docet). Si indossa il grembiule perché si fa qualcosa per gli altri e con gli altri. E allora è il caso che anche la città di San Salvo torni ad indossare il grembiule. E riprenda il cammino della crescita, della solidarietà e della Bellezza.
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