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IL CAPOCLASSE CALAVA CANNATE SULLA TESTA

Non esistevano i gabinetti, c'era "il fosso"

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Oggi gli scolari godono la massima libertà. Forse un po’ troppa. La partecipazione dei genitori nei consigli scolastici è stato un fatto positivo; le cose sono peggiorate quando gli stessi hanno cominciato ad esercitare “il principio d’ autorità”. Infatti non sappiamo se nelle scuole “comandano” i dirigenti o i genitori. Guai se un insegnante si permette di rimproverare l’alunno. Stai sicuro che il giorno appresso, i genitori di quell’ alunno sono già a scuola, pronti a “vendicare l’onta subita”. Purtroppo sono fatti che nelle scuole succedono quasi ogni giorno. Nel passato, la scuola non era un’ oasi di spensieratezza e di tranquillità. Gli insegnanti non lesinavano a infliggere dure punizioni: bacchettate, tirata d’ orecchi, sberle, ceci sotto i ginocchi. Ci è capitato tra le mani un libro di Nicola Monaco, parla della scuola di una volta. La lettura è stata divertente. “La scuola era affollatissima solo in inverno. Durante la buona stagione o, comunque, quando il tempo era clemente, la porta della scuola era solito aperta per la processione delle madri che si affacciavano, quasi stessero in casa loro, col solito: “Signora maestra fammi uscire Mario che deve cacciare le pecore”. Oppure “ Giovanni deve portare la colazione al padre”, “ Signora maestra , posso andare a fare un bisogno?” Già, il bisognino. Dove? La scuola non aveva, ovviamente, gabinetto. L’uso dei cessi era riservato al notaio e al segretario comunale. Tutti gli altri cittadini avevano “il fosso”. E dire, quindi “sono stato al fosso” significava sono stato al bagno”. A casa poi, determinate categorie avevano il “coccio” antenato del comune vaso da notte, ma più grande di questo. A volte la maestra delegava il più grande a mantenere la disciplina, armato è il caso di dirlo di una lunga canna. Ma costui, che aveva i suoi… antipatici, calava cannate su quelli e lasciava giostrare gli altri. Le femmine erano quasi tutte assenti dalla scuola, poichè a quell’epoca era quasi peccaminoso mettere la donna alla pari dell’uomo. Dal 1897 al 1905 durante quegli otto anni scolastici solo quattro bambine venivano a scuola. Solo la maestra aveva il braciere, quando i bambini volevano riscaldarsi dovevano andare accanto a lei. In inverno, quando c’era la neve, molti ragazzi portavano da casa “ lu sbraciatore”, era una vecchia padella con la brace. Il chiasso che proveniva dalla finestra della scuola era così alto da non permettere a quelli che passavano nella sottostante via di fermarsi a chiacchierare. “andiamo che qui non ti sento! Si udiva gridare dai passanti. La scuola si chiudeva ai primi d’agosto“.
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