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San Salvo, la Città della Pace

Intervento di Domenico Di Stefano

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Anche la nona edizione della Marcia della Pace è stata partecipata e colorata. Di questo va reso merito e gratitudine alle scuole di ogni ordine e grado, alle parrocchie, alle associazioni, ai graditi ospiti delle forze dell’ordine e dei Comuni del comprensorio, alle famiglie e ai numerosissimi bambini e ragazzi che ogni anno invadono le strade della nostra città. Un plauso particolare va indirizzato alla macchina Comunale, ai Commissari prefettizi e ai funzionari dei Servizi Sociali che, insieme a tutta la struttura, hanno organizzato e sostenuto una manifestazione che ormai si è iscritta di diritto nel calendario delle iniziative di San Salvo. Ricordo ancora quando, nel maggio del 2003, “inventammo” la Marcia della Pace e decidemmo di “istituzionalizzarla” per il giorno di San Francesco d’Assisi, Patrono d’Italia. Un’altra scommessa vinta, vinta dalla città e dalle sue articolazioni, e questo ci deve riempire tutti di orgoglio a riprova che San Salvo ha avuto sempre una “marcia” in più su temi così seri e profondi, così storicizzati e concreti, così solidali e impegnativi. E anche coloro che non hanno mai partecipato per “partito preso” se ne devono fare una ragione: sì, San Salvo è una grande città! Debbo dire che la sensibilità su argomenti come pace e convivenza, tolleranza e accoglienza, solidarietà e testimonianza, andata maturando negli anni con crescente coinvolgimento e rinnovata consapevolezza, si sposa con un progetto molto più ampio sull’educazione alla Pace verso il quale l’Amministrazione Comunale ha sempre mostrato un’attenzione privilegiata. Dalla storica partecipazione alla “Perugia – Assisi”, fino ai tavoli permanenti sulla Pace, sia italiani che internazionali. A ben vedere anche la nostra Marcia della Pace ha avuto diverse innovazioni tra le quali mi piace ricordare il Monumento alla Pace in Piazza della Pace, monumento scolpito dallo scultore sansalvese Ettore Altieri; la lampada della Pace che per tanto tempo ha illuminato il cuore del palazzo di Città grazie alle cure (e ai rifornimenti d’olio!) di Nicoletta Ciffolilli e Palmina Napolitano (dovremmo riprendere la tradizione e far girare la lampada per le scuole e gli uffici della città, cambiando sede di anno in anno…vedremo…); l’intitolazione della Piazza a Isaac Rabin e Yasser Arafat, a San Salvo marina, uno dei momenti più significativi e carichi di simboli del nostro camminare per la Pace. E alla fine aggiungo tutti i lavori e le espressioni artistiche dei nostri bambini e dei nostri ragazzi che, nel corso di questi nove anni, hanno lasciato tracce di freschezza e genuinità, di sana dimensione sociale e civile, di futuribile e auspicata ri-Generazione della nostra città e delle sue potenzialità. Uno striscione ieri diceva: “Pace sì…ma con i fatti!”. Quali sono i fatti di pace? Qui potremmo aprire un dibattito complesso, lungo secoli e millenni come la storia, e magari rischieremmo persino di scadere nella retorica. Certo, alcuni fatti di pace, letti su grande scala, sono indifferibili: la tutela del creato e una nuova coscienza ecologica, la dignità del lavoro, la povertà, la fame e il sottosviluppo, una nuova economia più attenta all’uomo e meno al profitto, l’intolleranza religiosa, la democrazia e i diritti fondamentali…solo per dirne alcuni. E accanto a questi “fatti” che dovrebbero scaldare la politica e il suo senso, ci sono anche “fatti” più piccoli e più semplici, più personali, che forse potrebbero contribuire a risolvere anche le grandi questioni. Sono fatti che incidono sugli stili di vita e sulla convivenza e l’armonia sociale: il rispetto delle regole dalle più elementari alle più articolate, non dire bugie e calunnie e magari spettegolare su tutto e tutti, rispettare le idee altrui, perdonarsi (questa è tosta, lo so…), sorridere, fare cultura, ritrovare la Bellezza dei gesti e delle cose… Probabilmente questo secondo elenco è più difficile del primo, eppure sia l’uno che l’altro condizionano la nostra vicenda quotidiana, anche se con tempi e modi differiti nel tempo. La pace è un impegno che ci interroga ogni giorno e al quale spesso farfugliamo risposte incomplete e incomprensibili. I più piccoli, scevri da condizionamenti e “rese dei conti”, ci possono aiutare e migliorare. Paolo VI trentacinque anni fa ammoniva: “E’ la pace il dovere della storia presente!”. Trentacinque anni dopo queste parole hanno una eco viva ed attuale. E questo dovere di Pace si è fatto davvero stringente.
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