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Gandhi, pioniere della disobbedienza civile e grande anima che guardava oltre

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Crisi sociale, crisi economica, crisi politica in ordine sparso, non c’è angolo intorno a noi dove non si respira questa parola : crisi! Ed in quest’atmosfera irrespirabile ho ritenuto opportuno riportare di seguito un breve passaggio tratto dall’intervista “Gandhi” tenutosi a Mosca, Accademia Russa di Amministrazione, il 25 agosto del 1993. Potrà essere biasimata, criticata, non condivisa da chi legge, ma non ignorata. -DOMANDA: Una delle frasi più note di Gandhi suona così: "La terra ha risorse sufficienti per i bisogni di tutti, ma non per l'avidità di tutti". E' un'affermazione profetica se pensiamo alla crisi ecologica che investe l'occidente. Prof. Singh, possiamo ricondurre il rispetto per la natura alla nozione gandhiana di "non violenza"? Gandhi ha detto che i giorni della violenza sono finiti e che la violenza ha perso la sua forza. La sua non-violenza non è stata fuga di fronte alle difficoltà e ai pericoli, non è stata vigliaccheria, non è stata passività. La sua non violenza, per usare le parole di Gesù Cristo, è stato amore attivo, sofferenza attiva. Quindi non è stata passività. E' stata una attività intensa anche se non-violenta. E' stata molto più dinamica e vitale di quanto si possa pensare. Questo è il modo in cui io credo che Gandhi abbia concepito la non-violenza. Naturalmente bisogna aggiungere che noi non possiamo essere completamente non violenti. Per esempio: io sono vegetariano, non mangio pesce e neppure uova. Ma questo non è sufficiente per sentirsi fiero. Si può lo stesso fare molto male alla società. Per Gandhi solo la morale è non-violenza. Non solo lo spargimento di sangue è violenza, ma anche lo sfruttamento è violenza: pure la corruzione è violenza così come distruggere l'ecologia è violenza. Lei sa che gli economisti occidentali e tutti gli economisti del mondo intero hanno dichiarato che il pericolo ecologico è peggiore dell'olocausto nucleare perché ci saranno sempre meno strati della fascia di ozono e le risorse della terra diminuiranno. Il carbone durerà solamente per altri 50 anni e lo stesso vale per la produzione di petrolio. Ciò avviene perché si è consumato troppo durante gli ultimi 150 anni. E poi cosa accadrà? Abbiamo consumato i beni delle generazioni future, abbiamo consumato tutto. Abbiamo vissuto secondo uno stile di vita consumistico; lo stile di vita che prima era prerogativa solo di principi e principesse è adesso una regola di vita, ma le risorse sono limitate, molto limitate. Oggi lo sfruttamento di tali risorse ha fatto scattare un segnale di pericolo. Quindi quanto hanno detto Socrate e Gandhi sulla semplicità della vita, su una vita semplice ma spiritualmente intensa, non è medievalismo, ma, lungi dal rappresentare una idea reazionaria, costituisce l'idea del XXI secolo, e forse anche del XXII. Facciamo un esempio. Quando qualcuno chiedeva a Socrate: "Qual è il segreto della tua felicità?", Socrate replicava: "Sapere di quante cose si può fare a meno". Poiché non vi è limite ai nostri desideri. Non c'è limite alla nostra bramosia. Dunque la sua citazione di Gandhi è corretta, la terra può dare abbastanza per soddisfare i bisogni, i nostri bisogni basilari, ma non la nostra ingordigia. Oggi possiedo una bicicletta con la quale raggiungo l'università. Ma potrei aver voglia di una automobile, e poi di un jet e così via di seguito. E cosa significa ciò? Significa impoverimento delle nostre risorse e danni ambientali. Perciò la dottrina di Gandhi della semplicità non è moralistica, ma ha un rigore scientifico. O accettiamo un nuovo stile di vita, uno stile di vita non consumistico, oppure dobbiamo affrontare il pericolo ecologico: non c'è un'altra via di scampo.-
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