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Istituti di Microcredito in Italia: nascono i piccoli prestiti

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Originariamente limitato alle aree in via di sviluppo per il sostegno a situazioni di povertà estrema, il microcredito si sta gradualmente affermando anche nei paesi industrializzati, dove è destinato principalmente a piccoli imprenditori e soggetti in difficoltà economiche improvvise. Grazie anche allo European Investment Fund - EIF, nel nostro paese è diventata operativa una nuova realtà, PerMicro il primo istituto interamente italiano specializzato nel microcredito, che eroga finanziamenti di piccola entità a soggetti economicamente e socialmente vulnerabili. La realtà del microcredito nasce in Bangladesh a metà degli anni Settanta, quando la Grameen Bank inizia ad erogare, senza vincoli di garanzia, importi di basso ammontare a soggetti in difficoltà o esclusi dal credito istituzionale. In Italia, nell'ultimo anno sono state attivate diverse misure a livello locale, tra cui: • la Regione Umbria e la Regione Molise hanno attivato il Fondo di microcredito a sostegno di categorie non bancabili, quali: giovani, donne, disoccupati e altri soggetti svantaggiati; • l'amministrazione abruzzese ha stabilito la semplificazione dei requisiti per accedere al fondo istituito presso il Consorzio Etimos, finalizzato a favorire l'accesso al credito di famiglie, micro e piccole imprese, professionisti, cooperative e associazioni colpiti dal terremoto del 2009. "In una situazione come quella attuale con sempre minori possibilità di avere il posto fisso - ha spiegato Andrea Limone, Amministratore Delegato di PerMicro in un'intervista a PrimoPiano Scala c - l’auto impiego può rappresentare una valida alternativa. Oggi non sono più infatti solo gli immigrati a rivolgersi a noi, ma anche gli italiani che con l’avanzare della crisi hanno iniziato a sondare il mondo dell’imprenditorialità, con tutti i rischi e le difficoltà. Anche la Commissione Europea riconosce il ruolo sociale del microcredito sostenendo proprio coloro che operano sul territorio dell’UE” "Le Istituzioni, anche quelle locali - ha aggiunto ancora Limone - dovrebbero farsi carico di informare i cittadini, economicamente più deboli, che esiste un’alternativa alla Banca. Il nostro lavoro potrebbe essere agevolato se si prevedesse l’accesso a fondi di garanzia per ampliare il mercato e l’operatività. Le attività che finanziamo sono caratterizzate da elevato rischio. Poter accedere a fondi di garanzia, ad esempio quello già esistente per le PMI, ci permetterebbe di distribuire più credito". Fasi
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