Il 27 gennaio 1945 le truppe dell’Armata Rossa, dirette a Berlino, scoprivano ad Auschwitz la triste realtà di un campo di sterminio nazista. Sulla porta di quel campo una scritta cinica e sarcastica, “Arbeit macht frei” (Il lavoro rende liberi): la maniera più crudele per alludere a due concetti importanti, lavoro e libertà, che in quel luogo erano completamente ribaltati e trovavano ciò che più tardi è stata definita “la fine della storia”. Noi del Partito Democratico abbiamo dedicato il Giorno della Memoria al tema del lavoro come splendidamente interpretato nell’articolo primo della nostra Costituzione, cioè strettamente connesso coi i principi della democrazia e della libertà. Abbiamo anche ricordato l’art. 36 “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa. ..”: di nuovo lavoro, libertà e dignità di chi lavora. Non è un caso che la Costituzione della repubblica italiana cominci con il lavoro, nell’accezione di significato che esso assume nella vita di ognuno di noi e nella dimensione sociale in cui lo hanno portato nel tempo le riflessioni di Campanella, Moro, Hegel e Marx. Non è un caso, perché la Costituzione più bella del mondo è stata approvata dall’Assemblea Costituente il 22 dicembre 1947, solo due anni dopo la scoperta di Auschwitz, nella consapevolezza che lavoro è sinonimo di impegno e dignità e soprattutto è il presupposto dell’uguaglianza. Su questi temi si è confrontato il Partito Democratico insieme a tante belle persone, di diversa estrazione sociale e formazione culturale, tutte attente e silenziose durante il ricordo dei tragici eventi che in quel giorno venivano celebrati, tutte partecipi e preoccupate nell’analisi del presente, tutte decise e coraggiose nel voler migliorare il futuro. Il Partito Democratico si è sempre occupato di lavoro sia nelle riflessioni teoriche che nel concreto agire delle sue amministrazioni e questo dato, pur nella consapevolezza di qualche errore inevitabile Oggi dovrei rispondere ad una lista civica che dice ,in un comunicato, che il partito che rappresento “dimentica (nel Giorno della Memoria) “ ,facendo in questo caso si, uno squallido sarcasmo, che abbiamo governato per venti anni. No non lo dimentichiamo. Ne siamo fieri. Tanto deplorevole è il vostro comunicato che nel ripondervi non utilizzerò la carta intestata del mio partito che nella Costituzione trova la sua storia e la sua ragion d’essere.