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Centro smistamento Conad di San Salvo

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A.N. chiede a Marchese di convocare un tavolo istituzionale Licenziamenti e politiche sbagliate di terziarizzazione Convocazione di un ''tavolo istituzionale'' per affrontare la vertenza dei lavoratori licenziati dalla cooperativa Tigrai (almeno 5) e per discutere del piano di ''terziarizzazione'' del centro smistamento Conad di San Salvo. Questa è la richiesta avanzata al sindaco del comune di San Salvo, Gabriele Marchese dal capogruppo di AN al Consiglio Comunale, Graziano Artese. Il sindaco Marchese scelga dove e quando svolgere il tavolo istituzionale e chi convocare, purché esso sia ''qualificato'' e vi sia la partecipazione dei rappresentanti delle parti sociali, della proprietà, delle amministrazioni locali che hanno responsabilità in materia e degli amministratori che hanno permesso al Conad (firmando in questi anni ''accordi di programma'', atti pubblici e quant'altro necessario) di insediare la struttura del ''Centro smistamento'' su questo territorio: il Comune di San Salvo, quindi, la Provincia di Chieti, la Regione Abruzzo, il Consorzio Industriale, (e perché no, l'ex sindaco di San Salvo dal 1994 al 2002, l'On. diessino Arnaldo Mariotti). Un tavolo istituzionale che affronti i problemi del dramma dei 5 lavoratori licenziati e dei pessimi contratti sottoscritti dai soci-lavoratori, sottopagati e con qualifiche mortificanti (socio-facchino). Dopo l'articolo, comparso alcuni giorni fa sui quotidiani, sono stato contattato da alcuni lavoratori del Conad Adriatico e da alcuni sindacalisti marchigiani che mi hanno svelato i retroscena della politica di terziarizzazione del Conad. Sono stato anche contattato da alcuni dei 5 lavoratori licenziati. Storie incredibili, al limite della umiliazione: alcuni di loro hanno moglie e figli piccoli da sfamare. ''Ho impugnato il licenziamento mi ha detto un lavoratore licenziato dalla cooperativa Tigrai - perché mi sono sentito preso in giro: mi hanno sbattuto a lavorare per due mesi senza retribuzione sù nelle Marche, insieme a tanti altri di San Salvo e di Vasto, perché ci specializzassimo nel facchinaggio. Ma che specializzazione richiede fare il facchino? E poi, dopo qualche mese di lavoro qui a San Salvo, senza ricevere spiegazioni, mi hanno licenziato''. ''Anch'io ho impugnato il licenziamento - mi riferisce un altro - perché questo territorio merita altre prospettive di lavoro diverse da quelle umilianti e sottopagate di socio facchini. Per lavorare al ''centro smistamento'' di San Salvo ho rinunciato ad un altro lavoro sicuro e solo perché esso distava una 40 di Km. dalla mia abitazione. Ho sbagliato''. Tutto questo senza dimenticare mai l'etica d'impresa di una cooperativa, basata sulla mutualità anziché sul business. Capogruppo A.N. - San Salvo Graziano ARTESE
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