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Settimana della Cultura: San Salvo in un documento datato 1031

Due appuntamenti con la storia della nostra città all'interno della iniziative promosse per la Settimana della Cultura sansalvese

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Martedì 28 marzo, alle ore 18.00, presso la Casa della cultura - Porta della Terra, lo studioso vastese Paolo Calvano relazionerà su “L’Abbazia dei SS. Vito e Salvo nei Regesti Marciani (1551-1713)”; e il 1 aprile, alle ore 17.30 (sempre nella Casa della cultura - Porta della Terra) Carlo Tedeschi  tratterà dei “Nuovi documenti medievali su San Salvo e altri monasteri del Vastese”.

Saranno così approfonditi due momenti fondamentali nella lunga vicenda urbana di San Salvo: della chiesa e monastero di Santo Salvo e della successiva Abbazia dei Santi Vito e Salvo, momenti che finora non hanno avuto il giusto rilievo neppure nei due libri di storia cittadina esistenti, rispettivamente pubblicati da Cirillo Piovesan (1979) e Giovanni Artese (1997). Carlo Tedeschi ha infatti recentemente scoperto il documento più antico della chiesa e monastero di Santo Salvo, datato all’anno 1031, che evidenzia  come già all’epoca il monastero stesse accrescendo il suo patrimonio terriero, divenendo anche il perno della ricostruzione dell’omonimo abitato sulle rovine romane e altomedievali. Paolo Calvano ha voluto soffermarsi sugli atti, contenuti nei Regesti dello storico lancianese Marciani, riguardanti l’Abbazia dei Santi Vito e Salvo in un periodo inizialmente di sviluppo (fino al 1570 circa) quindi di crisi (fino alla fine del Seicento) infine di leggera ripresa (primi del Settecento). Ebbene, in tale periodo la storia cittadina coincide ancora largamente con quella della sua abbazia e ne segue puntualmente le fortune e le difficoltà.
Interessanti, in entrambe le fasi, sono i rapporti che i conventi sviluppavano e mantenevano con  le realtà esterne, alcune abbastanza lontane, nonché con il mercato e le fiere (specie di Lanciano) sicché se ne può dedurre che la storia cittadina è sempre stata legata a quella del territorio e di importanti altri luoghi di riferimento (come Avignone, Roma, Siena, Napoli) in un continuo interscambio che - considerate le effettive proporzioni - non è molto diverso dall’attuale.            

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