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Immigrazione: quando il consenso all’amministrazione poggia sulla disinformazione

A cura dell’Avv. Gabriella D’Angelo – Partito Socialista Italiano Sezione Di San Salvo

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Gabriella D'Angelo (Diploma di Specializzazione presso l'Università degli studi "Robert Schuman" di Strasbourgo: "Notions Fondamentales de Droit International, Européen et Comparé".

Diploma internazionale in "Droits des refugies" conseguito presso l'Istituto Internazionale dei Diritti dell'uomo - Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati.

Certificato internazionale: "Le droit d'asile, l'éloignement forçé et le risque de mutilations sexuelles fémines” deliberato dal Centro degli Studi sui diritti umani presso la Corte Europea dei Diritti Umani).

 

Nei giorni scorsi abbiamo assistito ad episodi di fomentazione del razzismo e del sentimento di odio nei confronti degli immigrati in arrivo a San Salvo, che poco hanno a che vedere con i sentimenti di uguaglianza, integrazione, giustizia che dovrebbe essere propria anche  dei cittadini sansalvesi.

Tanto è accaduto perché l’amministrazione attuale oggi, così come ha fatto nei cinque anni precedenti, al solo scopo di procurarsi il consenso popolare, ha diffuso notizie non vere rispetto al fenomeno dell’immigrazione di cui oggi si parla, ma che da sempre interessa non solo l’Italia ma il Mondo intero.

Fare un’analisi tecnica comporta, a monte, una riflessione sulle motivazioni che inducono milioni di persone a lasciare il proprio Paese e, di conseguenza, una riflessione – che solo chi ha coscienza può fare – sulla correlazione tra fenomeni migratori e condotte dei Paesi occidentali.

Prima di parlare, i nostri amministratori, i sindaci di destra che hanno marciato con la Magnacca, i militanti di Casapound – i quali rivendicano senza vergogna il loro esser fascisti – e qualche addetto stampa locale, dovrebbero chiedersi quanto la nostra politica estera abbia alimentato morte, povertà ed emigrazione.

 

1) Da dove provengono i richiedenti asilo? Quale connessione con le politiche estere occidentali?

Ai primi tre posti troviamo:

Siria. Uno Stato distrutto da una guerra civile che dura dal 2011 alimentata dai Paesi occidentali che hanno imposto sanzioni e minacciato guerra al governo legittimo di Assad, finanziano il gruppo dell’Esercito Libero Siriano creando una mancanza di potere della quale l’ISIS – che viene combattuto soprattutto dalle forze armate del Kurdistan – ha approfittato per occupare grandi territori e che ha causato centinaia di migliaia di morti e milioni di rifugiati. Tra il 25% ed il 29% dei migranti che arrivano in Europa provengono dalla Siria.

Afghanistan e Iraq: dilaniate da ogni punto di vista dalla c.d. guerra del terrorismo voluta da George Bush. Le bombe americane autorizzate dopo la formulazione di prove false su ipotetiche armi di distruzioni di massa (Iraq) e allo scopo di stanare Bin Laden che in realtà se ne stava tranquillo e protetto dentro i confini dell’alleato pachistano (Afghanistan), hanno creato nient’altro che insicurezza, bombe ai mercati e distruzione di ogni infrastruttura economica. La quota di afghani arrivati nel continente europeo si aggira intorno al 14%. Circa il 9% dei migranti che arrivano in Europa sono iraqueni.

 

Se si considerano invece gli arrivi in territorio italiano, le percentuali cambiano: la maggior parte dei migranti provengono da paesi dell’Africa subsahariana.

Nigeria: Una nazione affacciata sul golfo di Guinea, ex colonia inglese arricchitasi grazie al petrolio, minacciata a nord dal terrorismo islamico di Boko Haram, gruppo affiliato al sedicènte Califfato che si è reso artefice di brutali violenze. Nemmeno a sud del Paese la situazione è tranquilla, a causa di una costante guerriglia legata al controllo dei pozzi petroliferi del delta del Niger. La multinazionale Shell è stata anche coinvolta nell’esecuzione per impiccagione di uno dei più famosi attivisti nigeriani, ossia il poeta Ken Saro Wiwa.  In Italia il maggior numero di migranti (il 19%) proviene da questo paese.

Eritrea : Ex colonia italiana nel Corno d’Africa. Dittatura militare da cui fuggono molti giovani per evitare una leva a tempo indeterminato. Sono eritrei all’incirca il 13% dei migranti che arrivano in Italia.

Sudan: Una dittatura de facto dal 1989, ex colonia inglese. Il conflitto nel paese è endemico Pur essendo uscito da una sanguinosa guerra civile (ufficialmente terminata nel 2005), continua ad avere una situazione politica estremamente difficile, da cui fuggire. In Italia la quota di migranti in arrivo da questo Paese è circa del 7%.

Gambia: Un piccolo paese sulla costa occidentale dell’Africa, anch’esso ex colonia inglese; dal 1994 è governato da Yahya Jammeh, salito al potere con un colpo di stato e confermato da successive elezioni. Secondo le associazioni per i diritti umani nel paese si verificano rapimenti, detenzioni arbitrarie e torture. Il 7% dei migranti in che affluiscono in Italia è originario del Gambia.

Costa d’Avorio: Ex colonia francese in Africa Occidentale, colpita nel 2010 da una grave crisi politica e da scontri civili interni, in questo momento sembra abbia imboccato la strada della riconciliazione e della ricostruzione: gli Usa hanno recentemente eliminato le sanzioni imposte da Bush all’epoca della guerra civile del 2006. Anche in questo caso, la quota degli arrivi si attesta intorno al 7% del totale.

Somalia: Ex colonia italiana nel Corno d’Africa è dilaniata da guerra civile che prosegue dagli anni ‘80. Sono somali il 5% delle persone che attraversano il Mediterraneo.

In buona sostanza sia lo sfruttamento delle risorse dovuta alla rete petrolifera e ai conseguenti disastri ambientali sia il furto delle terre “land grabbing” ( colonialismo del XXI secolo) contribuiscono in maniera preponderante all’immigrazione.

 

Senza tralasciare di considerare che nella più gran parte degli Stati Africani (e non solo), le tradizioni, le credenze popolari, l’appartenenza a gruppi religiosi e di magia nera, si spingono fino a perpetrare gravi violazioni dei diritti umani. Si pensi ai sacrifici dei figli, alle mutilazioni genitali femminili su bambine di pochi anni di età, all’uccisione degli omosessuali, alle persecuzioni in ragione del credo religioso, alla siccità protratta, alla mancanza di acqua, alle morti per fame… chi non fuggirebbe da tutto ciò!

 

2) Dove vanno i profughi e richiedenti asilo?

Siamo ormai abituati a sentire, sempre a causa delle informazioni che ci vengono fornite da alcune amministrazioni e testate giornalistiche, che l’Italia sia invasa da profughi.

Allora proviamo a chiederci qual è il paese  europeo col maggior numero di immigrati. È forse l’Ungheria che Orban ha portato al voto anti-migranti? Forse l’Italia, meta secondo molti di invasioni oceaniche? Forse la Germania dove Angela Merkel si sta dissanguando a causa delle politiche dell’accoglienza? Forse il Regno Unito che paga la Francia per costruire un muro a Calais per bloccare sul nascere i tentativi dei disperati di attraversare la Manica?

Ebbene, nessuno di questi (né di altri paesi occidentali) si avvicina minimamente alla top ten dei paesi col maggior numero di immigrati.

Secondo un rapporto pubblicato ad ottobre 2016 da Amnesty International, il 56% dei profughi mondiali è concentrato in dieci Stati che, insieme, rappresentano solo il 2,5% dell’economia mondiale.

Si tratta, nell’ordine di:

Giordania (2,7 milioni), Turchia (2,5 milioni), Pakistan (1,6 milioni), Libano (1,5 milioni), Iran (980mila), Uganda (740mila), Kenya (550mila), Repubblica democratica del Congo (480mila), Uganda (380mila), Chad (370mila).

Quanto ai rifugiati, secondo il rapporto UNHCR 2017, nonostante l’Italia sia per molti primo paese di arrivo, e nonostante i numeri siano in crescita, l’Italia rimane agli ultimi posti in Europa per incidenza dei rifugiati sulla popolazione totale (2,4 ogni mille abitanti), mentre 2 su mille i richiedenti asilo. Immaginate di mettere in fila mille persone: solo due di esse sono rifugiati e 2 richiedenti!!!

Strano per chi è stato portato a credere di essere invaso da migranti!

 

3) I rifugiati costano un sacco di soldi

Altro grande cavallo di battaglia della nostra amministrazione comunale e di tanti cittadini sansalvesi poco inclini all’analisi.

Ai rifugiati diamo 35 euro al giorno e agli italiani niente”. Notizia errata. Innanzitutto i 35 euro al giorno non vengono dati in nessuno modo ai richiedenti asilo e ai rifugiati. Sono soldi erogati per la gestione dei centri. In un sistema che agisce correttamente e legalmente, i soldi servono a pagare gli stipendi (l’immigrazione ha creato posti di lavoro per gli italiani e non viceversa) degli operatori, affitto ai privati degli immobili,  fornitori di beni di consumo e servizi. Una minima quota va per gli interventi di riqualificazione professionale, come i tirocini, orientati a permettere ai migranti di vivere in autonomia una volta usciti dal sistema di accoglienza. E solo un piccolissima quota residua di 2,5 euro direttamente a loro. Comunque siano spesi è importante sapere anche che i 35 euro al dì in questione sono appositamente erogati dal “Fondo Europeo per i rifugiati”, che li destina all’Italia esclusivamente per questo scopo, quindi non si tratta di soldi che potrebbero essere spesi in altro modo e senza incidere sugli altri capitoli del welfare.

Inoltre  secondo la Fondazione “Leone Moressa” il bilancio tra i contributi degli immigrati (da imposte e contributi previdenziali) e la spesa pubblica per l'immigrazione (welfare, politiche di accoglienza e integrazione, contrasto all'immigrazione irregolare) è in attivo con +3,9 miliardi di euro. Il PIL creato ogni anno dai lavoratori stranieri ammonta a 123 miliardi di euro, l'8,8% del PIL nazionale.

Aggiungerei che il Presidente dell'INPS alla Camera ha sottolineato che il sistema pensionistico italiano ha bisogno dei “migranti regolari”. Ogni anno i loro contributi a fondo perduto valgono circa 3000 milioni di entrate aggiuntive nelle casse dell'Istituto. In parole povere...CI PAGANO LE PENSIONI!

4) Ai richiedenti asilo viene fornita assistenza legale a spese “nostre”.

Questa è un’altra frase ripetuta più volte anche nel corso del sit in organizzato a San Salvo nei giorni scorsi.

Il sindaco promotore dovrebbe sapere, essendo avvocato e operatore del diritto, che al beneficio del gratuito patrocinio si è ammessi solo se la domanda non è prima facie “manifestamente infondata”, vaglio questo, operato dal Consiglio dell’Ordine degli avvocati.

Cosa diversa è se un connazionale ruba, uccide, picchia, un padre (o madre) maltratta i figli, ecc… al quale il gratuito patrocinio è senza dubbio concesso senza alcun tipo di vaglio.

Anche qui ci sarebbe da fare una grande riflessione!

 

Conclusione.

In conclusione la domanda da porci è la seguente: i politici, i media e i comuni cittadini che stanno incitando all’odio verso i migranti – spesso nascondendosi dietro atteggiamenti ambigui e falsamente legalitari – ignorano i dati poc’anzi forniti sull’immigrazione? Se li ignorano dovrebbero sapere che prima di parlare sarebbe il caso informarsi: purtroppo informarsi e studiare costa fatica, invece illudersi di capire una questione di così vasta portata spulciando la home di Facebook e limitandosi a leggere i titoli di qualche news è decisamente più facile. Sarebbe il caso che si smettesse di parlare di ciò che non si conosce.

Resta però un’altra ipotesi, ossia che la macchina mediatica e politica montata contro i migranti sia in qualche modo “consapevole”: un sindaco che appoggia l’attività di gruppi neofascisti è senz’altro un sindaco razzista (le leggi razziali del ’38 non si dimenticano facilmente); un’amministrazione che cavalca l’onda populista anti-migranti senza mai aver citato un dato effettivo sulle migrazioni non è un’amministrazione che fa gli interessi dei cittadini e soprattutto delle classi più povere. Oggi per chi non ha lavoro, per chi non arriva a fine mese, per chi è diversamente abile il problema non sono i migranti: il vero nemico di queste persone sono come al solito chi ha di più di loro. In altre parti di Italia, e anche nella nostra regione, la speculazione edilizia – uno dei mali più distruttivi dell’Italia – sta portando a continui sgomberi, molte industrie sono state la causa dell’inquinamento sempre crescente, l’evasione fiscale continua ad essere altissima a scapito dei servizi pubblici ormai sempre sotto attacca da tutti i governi degli ultimi 20 anni.

L’ “emergenza migranti” è allora uno specchietto per le allodole: distrae il cittadino comune dai veri problemi e dalle vere ingiustizie che subisce ogni giorno e indirizza la sua rabbia verso un nemico che non è tale.

 

Tanto, ad onor del VERO.

 

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