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Lettera aperta di Pio Rapagnà al direttore de 'Il Centro'

redazione
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''LETTERA APERTA'' AL DIRETTORE DE ''Il Centro'' Egregio Direttore, Le manifesto, subito e senza peli sulla lingua e interessi di bottega, la mia ''meraviglia'' nel constatare di fatto che, un giornale come ''Il Centro'', proprio adesso, alla luce dei più recenti fatti giudiziari e di criminalità verificatisi nella nostra Regione, non è in prima fila nel sostenere, con forza, quotidianamente e nelle sue prime pagine, non solo le puntuali denunce da me rese pubbliche sui costi e sugli sprechi della corruzione politica e sul riproporsi in Abruzzo di una indiscutibile ''questione morale'', ma neanche la mia consequenziale e ''coraggiosa'' richiesta di un nuovo sopralluogo in Abruzzo della Commissione Parlamentare di inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata mafiosa e similare. Il Centro, negli anni 1992-94 della cosiddetta ''tangentopoli abruzzese'', Direttore Carlo Pucciarelli, metteva sempre in prima pagina, sosteneva e incoraggiava tutti coloro che si assunsero la responsabilità di denunciare, combattere e contrastare fenomeni gravissimi di corruzione politica e malavitosa, ''esponendosi in prima persona'' alle conseguenze future, personali e politiche, cui certamente sarebbero andate incontro insieme a tantissimi altri fedeli ''servitori dello Stato''. Mi lascia perciò l'amaro in bocca e un profondo sconcerto, il fatto che proprio alcuni di noi che ci siamo impegnati ed esposti con la nostra faccia in prima fila contro la corruzione ed a sostegno di ''mani pulite'', per la legalità e per la riforma della politica attraverso anche specifici referendum abrogativi dei costi e degli sprechi del sistema regionale degli enti strumentali e delle nomine politiche degli organi di vertice, in questi giorni subiamo la ''censura'' del Suo Quotidiano, comunque la si voglia chiamare, e Le chiediamo spiegazioni di ciò, perché non l'accettiamo da un giornale di centro sinistra. E scriviamo questo con tutto il rispetto che in ogni caso si deve agli organi di informazione operanti in Abruzzo per quello che di significativo sono riusciti a dare, in tanti anni nel campo della informazione ''pubblica'', alla nostra Regione, Ritengo pertanto mio dovere ed obbligo, pur consapevole delle incerte conseguenze che si potrebbero riversare nei miei confronti in quanto politico ''indipendente'' e più indifeso di altri, comunicare a Lei (così come faccio, inviando la presente per conoscenza, con gli altri Organi di Informazione affinché fosse reso pubblico), che nella relazione della Commissione Antimafia in Abruzzo, presentata alle Camere il 19 gennaio 1994, si legge in particolare che: ''Secondo il Procuratore della Repubblica (di Pescara Enrico Di Nicola) una illegalità diffusa a livello economico con un giro di affari miliardario e una illegalità amministrativa in un'area che assorbe il 70 per cento dell'attività complessiva della regione, destavano un grave allarme e meritavano una più puntuale attenzione da parte dello Stato per non doversi trovare, nel giro di un quinquennio, in una situazione ''terribile''. Le sarò grato se vorrà rassicurarmi circa un Suo personale impegno in tal senso e informare i Suoi affezionatissimi lettori circa le iniziative che ''Il Centro'' porterà concretamente all'attenzione dell'opinione pubblica abruzzese e nazionale. Cordiali saluti. Pio Rapagnà - ex Parlamentare
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