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Il dopo voto: l'analisi di Vicoli

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La coalizione di centro-destra (Pdl + Lega Nord + Mpa) vince le elezioni politiche del 13 e 14 aprile 2008. La vittoria non è stracciante, come la si vuol far passare, ma raccatta circa 17 milioni di consensi elettorali su un totale di 47 milioni di cittadini aventi diritto al voto. In termini percentuali, la coalizione di centro-destra ottiene all'incirca il 35% dei consensi degli aventi diritto al voto. Oggi in Italia una minoranza del Paese è legittimata a governare. L'opposizione in Parlamento è rappresentata dal Pd, dall'Idv e dall'Udc, forze che messe insieme hanno ottenuto poco più del 30% dei consensi degli aventi diritto al voto. Mentre circa il 35% degli aventi diritto al voto non hanno una rappresentanza politica in Parlamento. Con i risultati del ballottaggio delle amministrative, molti nodi sono venuti al pettine, una per tutti le elezioni romane. Non erano delle semplici elezioni amministrative, ma una vera e propria sfida politica, dove la riproposizione di qualcosa di vecchio spacciato come il nuovo che avanza, ha causato l'ennesimo disastro. Roma passa nelle mani del centro-destra, evento che non accadeva dal '76. I dati parlano chiaro il centro-sinistra che governava 42 comuni Capoluogo oggi ne amministra solo 24, mentre il centro-destra da 24 ora ne governa 43. A fronte di questi dati i dirigenti del Pd e Veltroni hanno una grossa responsabilità: hanno la responsabilità di aver fatto e di aver fatto fare un uso improprio del sistema elettorale e degli strumenti della democrazia; hanno la responsabilità di aver consegnato l'Italia nelle mani del centro-destra; hanno la responsabilità di aver cancellato dal Parlamento la componente socialista e comunista che non mancava dalla nascita della Repubblica italiana. L'arroganza, con la quale è stata condotta questa infelice operazione strategica, ha causato una delle più sonore sconfitte e auspico che questi risultati facciano riflettere il Partito Democratico, non solo i vertici nazionali ma anche quelli periferici. A breve ci saranno le elezioni Provinciali e prossimamente quelle Regionali. Non possiamo far finta di nulla, ma il dovere e la passione politica ci impone a fare profondi chiarimenti, su quanto è accaduto e su quanto dovrà accadere. L'Italia è l'unico Paese Europeo senza un forte partito socialista riformista e democratico. E oggi il socialismo è l'unico punto di riferimento attorno al quale raccogliere e far convergere valori ampiamente sentiti e bisogni insoddisfatti dei cittadini. A.T. Vicoli - Membro Comitato Promotore Partito Socialista
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