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Convegno nazionale: Volontariato e Protezione Civile

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Sarà il Capo Dipartimento della Protezione Civile Italiana Guido Bertolaso a tracciare le conclusioni del Convegno nazionale organizzato dall'Amministrazione comunale di San Salvo per oggi, lunedì 14 novembre, su ''I Comuni protagonisti della riorganizzazione del Volontariato di protezione civile'', che si svolge nel pomeriggio, dalle ore 15:30 alle ore 19:30, presso il Centro Culturale ''A.Moro''. In mattinata, intanto, i gruppi di volontariato della protezione civile dei Comuni di Pineto e San Salvo danno vita ad una serie di esercitazioni. Nel pomeriggio saranno due le sessioni di lavoro. La prima, che avrà inizio alle 15:30, sarà presieduta da Antonio Centi, Presidente dell'ANCI Abruzzo. Interverranno il Sindaco di San Salvo Gabriele Marchese, il Sindaco di Pineto Luciano Ponticelli, il Presidente della Provincia di Chieti, Sen. Tommaso Coletti ed in rappresentanza dell'Anci Nazionale, l'On. Amedeo Ciccanti, membro della commissione Bilancio della Camera dei Deputati, Enrico Di Giuseppantonio, Sindaco di Fossacesia. Nella seconda sessione di lavori verranno presentati gli atti del 2° Convegno Codice Rosso. Introduce: Marcello Fiore, Direttore Ufficio Emergenze Dipartimento della Protezione Civile. Tra i relatori il Presidente della Regione Abruzzo, Ottaviano Del Turco, il Presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, l'Assessore regionale Tommaso Ginoble e l'On. Arnaldo Mariotti, componente la commissione Bilancio della Camera dei Deputati. Le conclusioni, come dicevamo, sono affidate a Guido Bertolaso. Di seguito riportiamo l'intervento integrale del Sindaco di San Salvo Gabriele Marchese: Per protezione civile si intendono tutte le strutture messe in campo dallo Stato per tutelare l'integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l'ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e da altri eventi calamitosi. Il modello di organizzazione della nostra protezione civile risulta particolarmente adeguato ad un contesto territoriale come quello italiano, che presenta una gamma di rischi, di calamità e catastrofi sconosciuta agli altri paesi europei. Quasi ogni area del paese risulta interessata dalla probabilità di qualche tipo di rischio, e ciò rende necessario un sistema di protezione civile che assicuri in ogni area la presenza di risorse umane, mezzi, capacità operative e decisionali in grado di intervenire in tempi brevissimi in caso di calamità, ma anche di operare con continuità per prevenire e, per quanto possibile, precedere i disastri. La protezione civile si avvale di tutti i corpi organizzati dello Stato, a partire dal corpo nazionale dei Vigili del fuoco, che per sua specifica preparazione costituisce una componente indispensabile in ogni intervento. Grande affidabilità in tutte le emergenze assicurano le forze dell'ordine, gli uomini delle forze armate, il personale del Corpo Forestale dello Stato, della Guardia di finanza, della Croce Rossa Italiana. Ma è soprattutto sul volontariato che la protezione civile può fare affidamento. Dalle prime esperienze generose e disorganizzate di volontariato spontaneo si è oggi approdato, attraverso un percorso virtuoso che ha saputo incanalare la generosità e la solidarietà di tanti italiani, a forme organizzate di associazionismo su base locale e regionale che contano circa 1.200.000 aderenti, competenti, preparati e dotati di mezzi tecnici e strumenti operativi. In questo senso San Salvo è una bella realtà. Le emergenze alle quali il territorio può essere oggi sottoposto sono davvero tante, dalle più evidenti e devastanti, quali terremoti, alluvioni, attentati a quelle tra virgolette ordinarie, emarginazione, carenza di servizi, solitudine, integrazione. Chi sconta poi le contraddizioni di una società e subisce le conseguenze della carenza o del cattivo funzionamento dei servizi è sicuramente l'immigrato. il fenomeno dell'immigrazione comune a tutto il paese è in continua espansione e sul quale è necessario discutere e capire come la protezione civile in rapporto continuo e diretto con la rete di protezione sociale comunale può dare risposte adeguate e competenti ai bisogni legati a questo fenomeno. Qui valgono le esperienze che ognuno ha maturato per il proprio vissuto e che può essere materia di discussione ed eventualmente di condivisione del fenomeno e delle soluzioni da dare ad esso. I bisogni dell'emigrante sono quelli di qualsiasi uomo e vanno dalla necessità di un pasto caldo al vestiario, all'assistenza sanitaria, alla conoscenza dei propri diritti, ad una casa ad un lavoro. Si può intervenire in maniera più incisiva se si creano i necessari collegamenti innanzitutto con la rete dei servizi sociali comunali ma anche con le associazioni di volontariato, con le parrocchie, le forze dell'ordine, i vigili urbani. Questo sembra essere l'elemento discriminante per poter dare alla protezione civile tutti i mezzi per rendere servizi di qualità. Sento il bisogno di portare alla vostra attenzione l'esperienza della nostra protezione civile e i programmi per alcuni aspetti ambiziosi che ci siamo dati, ma che irraggiungibili non sono se si continua a lavorare nel clima di collaborazione e di solidarietà con il quale si è lavorato finora. Elemento fondamentale è la collaborazione tra tutti i livelli istituzionali. A tal proposito è stato istituito il Coordinamento provinciale di protezione civile al quale fanno riferimento tutte le strutture periferiche. Questo significa che ci sono tutte le condizioni per poter dare compiuta attuazione ai principi costituzionali di solidarietà e sussidiarietà. Sappiamo che il primo responsabile della protezione civile in ogni Comune è il Sindaco che organizza le risorse a disposizione secondo piani prestabiliti per fronteggiare le emergenze nel proprio territorio. Il coordinamento provinciale mette a rete l'intero sistema di protezione e consente anche alle realtà piccole o piccolissime di entrare nel sistema e operare in maniera autonoma per i piccoli interventi ed in collaborazione con le realtà meglio strutturate per i grandi eventi. Da un punto di vista meramente operativo e per dare le risposte delle quali si diceva in precedenza sembra un'idea vincente lavorare intorno ad un progetto che sappia creare le condizioni per portare un aiuto concreto e molto articolato all'emigrato ma più in generale alle fasce più deboli della popolazione. Il progetto va strutturato in modo da poter dare assistenza totale all'utenza. Si deve andare dal pasto caldo, al vestiario, all'assistenza sanitaria. Nei progetti della protezione civile rientra anche la necessità di istituire, organizzare e gestire un asilo per bambini extra comunitari che possa essere la risposta più evidente e concreta per coloro che non hanno un'alternativa perché possano assicurare ai figli una crescita per quanto possibile serena e che tenda anche a favorire quei processi di conoscenza della realtà che vivono e che li possa portare come dice la nostra Costituzione a vivere una vita libera e dignitosa. La nostra protezione civile si sta anche adoperando per la creazione di un centro di aggregazione per anziani soprattutto extra comunitari. L'intento però è quello di farlo frequentare anche dai nostri pensionati per favorire sempre quel necessario processo di conoscenza e se possibile di integrazione. In collaborazione con le forze dell'ordine si riesce poi a dare un servizio di prima assistenza agli immigrati clandestini, prima di essere inviati nei centri di smistamento. Anche se la strutturazione della protezione civile di solito avviene su base comunale, non vi è dubbio che soprattutto per le piccole realtà occorre ampliare la rete di protezione a livello di territorio. Ampliare il sistema di protezione civile a maglie, inserendo più territori; la nostra protezione civile conta ormai dieci Comuni e le richieste di adesione si stanno moltiplicando. Lo strumento operativo può essere quello della convenzione allargando il raggio di azione alla predisposizione di piani comunali di protezione civile, controlli sul patrimonio boschivo, attivazione di corsi di primo soccorso, predisposizione di norme comportamentali in caso di eventi calamitosi, reinserimento di persone dell'area penale, ecc.. Per dare risposte di qualità occorrono risorse umane, strumentali e finanziarie. La nostra protezione civile è una bella realtà conta 230 addetti solo nel Comune di San Salvo, supera i 350 se si considerano anche quelli dei territori limitrofi. Ha una dotazione di circa 30 mezzi di cui 7 ambulanze ha poi, tende idrovore, gruppi elettrogeni e autobotti, è in grado di fare gli interventi richiesti in tempo reale. Per esempio, ha monitorato giorno e notte il ponte sul fiume Trigno che ancora oggi è in precarie condizioni statiche. I finanziamenti, sempre scarsi, vengono dati come sappiamo dallo Stato, dalla Regione e dai Comuni, sempre maggiori però stanno divenendo i contributi privati. Come si vede il sistema di protezione civile può essere un aiuto vero e concreto all'azione dei Comuni per la soluzione delle emergenze e dei bisogni che esprimono con frequenza il territorio ed i cittadini che li abitano. L'azione però deve articolarsi e svilupparsi su due fronti, il primo è quello di ricercare l'intesa con tutte le strutture pubbliche e private che operano sul territorio, il secondo è quello di ampliare a maglie il proprio raggio d'azione, in modo da coinvolgere più enti per avere maggiore forza e per dare al territorio servizi uniformi. Abbiamo rilevato che possono essere tanti i compiti che la protezione civile può svolgere al di fuori dei classici interventi derivanti da calamità naturali. In particolare può essere strutturata per il controllo del territorio e per dare servizi aggiuntivi al turismo, soprattutto in zone marginali dove i servizi non sono messi a rete e quindi risentono di carenze strutturali. Il controllo del territorio può avvenire per vari scopi, per avere sotto costante osservazione il sistema dei corsi d'acqua, per verificare l'assetto del territorio da un punto di vista ambientale, per la ricerca di cose, più raramente di persone, per la messa in sicurezza di zone a seguito di incidenti stradali, caduta piante o lampioni, allagamenti, ecc.. Torna sempre evidente, per qualsiasi azione, la necessità di coordinarsi con altre istituzioni presenti sul territorio e per questo il Comune e per esso il Sindaco deve essere il vero motore di tutta la complessa macchina. L'altro aspetto a cui si accennava è l'intervento a supporto delle azioni da intraprendere in campo turistico. Certo ognuno di noi sa perfettamente che in questo campo già esistono organizzazioni pubbliche e private, deputate a intervenire su qualsiasi problematica si dovesse verificare. Pur tuttavia esistono delle zone d'ombra e delle possibilità di intervento anche per la protezione civile. Sostengo questo perché ciò si sta verificando per la protezione civile del Comune di San Salvo che come dicevo ha allargato a maglie il suo raggio di azione coinvolgendo nel sistema un certo numero di Comuni limitrofi. Ciò può essere utile per far muovere il turista all'interno di tutto il territorio. Normalmente le città di mare hanno un turismo organizzato e di qualità, di contro le zone interne hanno poche strutture e non riescono ad organizzare eventi di richiamo. Il problema è far muovere il turista-ospite all'interno di tutto il territorio e quindi vendere il ''territorio''. Credo che questo sia un problema comune a molte zone della nostra Italia e quindi cercare di dare suggerimenti o meglio di riflettere tutti insieme può essere di una qualche utilità. Abbiamo assistito a fenomeni interessanti di collaborazione tra Comuni, Pro loco e protezione civile in campo turistico. La protezione civile non solo ha provveduto a mantenere l'ordine nelle manifestazioni ma ha collaborato alla loro organizzazione e a volte ha provveduto da sola ad organizzare eventi. Ciò ha favorito la circolazione delle persone ed ha movimentato un territorio. Ha poi provveduto a ripristinare ed a segnare sentieri montani che erano stati abbandonati da molti anni e cosa ancora più importante ha provveduto a redigere uno studio del territorio segnalando le zone con presenza di vegetazione rara e le zone con presenza di animali. Certo da questa breve relazione possiamo dire che la protezione civile è una grande risorsa per il paese e che tutti noi dobbiamo essere grati per il lavoro che svolge. Possiamo dire che è flessibile e che può essere modellata ed utilizzata sui bisogni del territorio. Può svolgere un numero di compiti elevatissimo abbracciando i campi più disparati. La nostra protezione civile sta puntando molto anche sull'informazione e sulla formazione, attivando corsi aperti a tutti i cittadini. I temi trattati vanno dalla sensibilizzazione sull'importanza del volontariato nella società moderna, all'apprendimento delle tecniche di primo soccorso e delle norme comportamentali in caso di terremoto alla prevenzione dei rischi in casa e nei luoghi di lavoro. L'ultima notizia che voglio dare e che sono orgoglioso di dare è che la nostra protezione civile ha praticamente ottenuto l'accreditamento dall'ufficio nazionale per il servizio civile della Presidenza del Consiglio dei ministri per cui sarà possibile richiedere volontari per lo svolgimento del servizio civile. Si potrà quindi rafforzare organici, valorizzare gli interventi e offrire un solido sostegno alle amministrazioni comunali. Possiamo concludere dicendo che l'Associazione Valtrigno e la FIR CB San Vitale sono linfa vitale per San Salvo e l'intero territorio. San Salvo, lì 14.11.2005
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