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Terminati i lavori di restauro del mosaico romano di piazza San Vitale

La Soprintendente: «In Abruzzo è unico»

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Sono stati illustrati questa mattina i lavori di restauro del mosaico romano di piazza San Vitale, terminati da poco.

CONFRONTO TRA COMUNE E SOPRINTENDENZA – «Il restauro conservativo, di cui si sentiva la necessità, è stato realizzato – ha spiegato l’assessore alla Cultura Giovanni Artese – gratuitamente, è stato offerto dalla Soprintendenza. Il Comune si è occupato solo dell’ospitalità».
«Preservare e valorizzare il patrimonio storico, culturale e archeologico» è nelle priorità di questa amministrazione. Lo ha sottolineato il sindaco Tiziana Magnacca che ha riconosciuto che si tratta di un percorso iniziato diversi anni fa, sul quale s’intende proseguire. «Abbiamo la fortuna – ha concluso il primo cittadino – di avere un assessore competente in materia che è anche un “tecnico”».

IL CALVARIO DEL MOSAICO – È una fortuna che ancora oggi è possibile osservare l’opera risalente all’inizio del III secolo dopo Cristo. Nel corso degli anni il mosaico ha affrontato diverse vicissitudini – come spiegato dalla responsabile della Soprinendenza, Amalia Faustoferri – che hanno rischiato di farlo perdere per sempre. Già nel quinto secolo DC, infatti, l’ambiente fu usato come capanna – dopo l’asportazione dei marmi – e vi si accese il fuoco in diversi punti che hanno perso irrimediabilmente un numero consistente di tasselli. Più tardi, approssimativamente intorno all’Undicesimo secolo dopo Cristo, fu usato dal monastero per conservare i cereali; a questo scopo sono state scavate delle buche circolari in funzione di fosse granarie.
Infine, in tempi più moderni, vi fu edificata un’abitazione poi abbattuta poco dopo la fine della Seconda guerra mondiale.

I LAVORI – L’equipe, guidata dalla restauratrice della Soprintendenza, Maria Isabella Pierige, e composta dagli studenti del corso di laurea in Beni culturali dell’Università D’Annunzio di Chieti (e membri dell'Archeoclub di Chieti), Simone D’Amico, Simone Pallotta, Matteo Di Palma e Ilaria Zelante, ha lavorato per due settimane. L’intervento si è concentrato inizialmente sulla pulizia e l’eliminazione dello strato che impediva la visione del mosaico e successivamente sul consolidamento dei tasselli e l’applicazione di uno strato protettivo.
Ora bisognerà capire come procedere per i grandi ‘buchi’ causati dal fuoco e dai danni intercorsi nel tempo. Le ipotesi sono due: il riempimento con un fondo neutro o la ricostruzione dell’antico motivo.

IL FUTURO – Durante i lavori le porte sono rimaste aperte per quanti volessero assistere alle operazioni; tra questi, numerose le scolaresche che hanno fatto visita al sito archeologico. Un segnale che puntare sul patrimonio culturale sansalvese si può. In questa direzione la stessa Faustoferri ha annunciato la possibilità di creare una rete museale con le realtà di Monteodorisio e Vasto, un vero e proprio parco culturale perché «nessun museo può reggersi solo sulle proprie gambe». «C’è ancora molto lavoro da fare a San Salvo – ha spiegato Artese – I prossimi passi sono il tracciato dell’acquedotto romano e il sito di via San Rocco.
Il mosaico di piazza San Vitale ha grandi potenzialità. La Faustoferri lo ha detto chiaramente: «A livello qualitativo il mosaico romano di San Salvo non ha eguali in Abruzzo».

LA COPERTURA – Inevitabile il discorso dell’ormai famosa copertura temporanea diventata permanente, riguardo alla quale di recente si è concluso il concorso di idee. L’archeologa Pierige e la Soprintendente ne hanno sottolineato l’importanza: «Questa struttura è stata la fortuna del mosaico. In molti si sono chiesti perché non è stato usato il vetro. Anche il solo far passare la luce avrebbe significato la distruzione del mosaico. Certo, trovare una soluzione bella esteticamente sarebbe il massimo; all’epoca questa fu l’alternativa più veloce ed economica. In mancanza di fondi è giusto sacrificare la bellezza».

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