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Scoperto il quarto pozzo dell’acquedotto romano ipogeo

Il 3 aprile presentazione alla città

a cura della redazione
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Le esplorazioni che il Comune di San Salvo sta effettuando per definire il percorso dell’acquedotto romano ipogeo hanno segnato un’altra importante acquisizione con il ritrovamento, partendo dalla Fontana Vecchia, del quarto pozzo (luce) in piazza Giovanni XXIII, proprio di fronte al Palazzo di Città.

Nelle scorse settimane era stato esplorato dagli archeospeleologi della Cooperativa Parsifal, Marco Rapino e Fabio Sasso, il tratto tra i pozzi 2 e 3, in cui il condotto, a volta cuspidata in opera cementizia, si snoda nel sottosuolo di piazza a San Vitale ad una profondità variabile tra i 6 ed i 7 metri. Si è compreso che il pozzo 3 si trova sotto alcune abitazioni a nord della piazza.

Si è quindi deciso di riprendere l’esplorazione in piazza Giovanni XXIII, laddove nel 1987 fu individuato il pozzo 4, erroneamente ritenuto l’accesso ad una cisterna. Convinto che si trattava di uno dei pozzi dell’acquedotto che alimenta la Fontana Vecchia, il prof. Giovanni Artese ha trovato conferma alla sua ipotesi quando nel 2001, nel corso dell’allargamento di Strada Fontana Vecchia, fu scoperto l’acquedotto romano, e nel 2002 ne fu avviata l’esplorazione e lo scoprimento dei pozzi nascosti sotto le moderne pavimentazioni pubbliche e private.
L’acquedotto romano ipogeo dal 2006 è parte integrante del Parco Archeologico del Quadrilatero, istituito in seguito alle scoperte ed agli importanti ritrovamenti avvenuti nel corso dei lavori di riqualificazione di Piazza San Vitale.

Nel 1987 non era stato rilevato il punto preciso dove era stato scoperto il pozzo e si avevano ricordi piuttosto vaghi sulla sua reale localizzazione: per ritrovarlo si sarebbe dovuto scavare danneggiando la pavimentazione della piazza oppure desistere dal raggiungimento dell’obiettivo. In questo caso la tecnologia ha dato un valido contributo alla soluzione del problema: le prospezioni svolte col georadar dalla prof.ssa Marilena Cozzolino, docente di Geomatica Applicata ai Beni Culturali dell’Università degli Studi del Molise, hanno consentito di individuare, senza scavare, il punto preciso in cui si trova il pozzo nel sottosuolo. Il successivo intervento di scavo è stato eseguito in maniera molto precisa, quasi chirurgica, asportando soltanto la porzione di pavimentazione strettamente necessaria al ritrovamento e alla sistemazione del manufatto antico. Il tutto nell’arco di una giornata.

In questo modo sarà possibile proseguire l’esplorazione dell’acquedotto romano per determinarne il percorso e l’origine, come previsto nel progetto voluto da Giovanni Artese, assessore alla Cultura, redatto dall’ing. Franco Masciulli e dal prof. Davide Aquilano, che ne sta seguendo le fasi di attuazione sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Abruzzo nella persona della dott.ssa Amalia Faustoferri.

Per l’amministrazione comunale di San Salvo l’individuazione del percorso di questo capolavoro dell’ingegneria idraulica romana è necessario anche per verificare lo stato di conservazione del manufatto ai fini della prevenzione idrogeologica. Per la sua tutela e la valorizzazione ci si attiverà pertanto presso la Soprintendenza archeologica, chiedendo collaborazione e sostegno.

L’acquedotto romano ipogeo di San Salvo, con il pozzo pentagonale (un unicum) rientrerà nel percorso di visita organizzato per sabato prossimo, 29 marzo alle ore 16.30, dalla sezione di Italia Nostra del Vastese.
Le recenti esplorazioni saranno presentate, tramite una ricca e suggestiva documentazione grafica, fotografica e video, presso il Museo Civico 'Porta della Terra' giovedì 3 aprile alle ore 18.00.

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