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Elisa Corre Libera

I racconti del Conte

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Ora Elisa corre. Ha appena preso a sassate la casa.

Nella mano un' ultima pietra, per Gualtiero.

Elisa corre da quella casa nel parco e da quella famiglia borghese piccola piccola.

Corre via da quella foto. “Com'era bella la mia mamma”.

In quella foto sta sullo sfondo, sta pulendo, fa la serva.

“Mia mamma serve, serviva tanto anche a me, ma l'hanno uccisa”. E le torna in mente quella domanda di tanti anni fa.

- Mamma. Perché mi chiamo Elisa?-

-  'Per Elisa' era la sonata preferite di Gualtiero. La suonava sempre quando aveva 12 anni, quando sei nata tu. Ora non ti chiamerei più cosi, ti chiamerei Libera-

Correndo sorride nel pianto. Qualche minuto prima, in quella casa vuota e gelida, le era sembrato addirittura di sentire quell'attacco di piano, quelle due note, un tasto bianco ed uno nero. E, nel parco, la tomba della madre, una cornice senza foto..

-  Com'è morta la Mamma?- chiese al padre,

-  Un incidente, è caduta dalla bicicletta mentre andava al lavoro.-

- E perché è sepolta li?-

- Perché il barone Ludovico la considerava una di famiglia.-

Ma ora era tutto chiaro. Ora tutte quelle mezze frasi, quei discorsi interrotti al suo apparire, quel chiacchierare sottovoce, si ricomponevano come tessere di un mosaico.

Gualtiero aveva stuprato la madre, il barone l'aveva uccisa. La lama nelle viscere che contenevano il figlio della vergogna, il nipote illegittimo. Con una lama aveva trafitto due cuori.

Elisa ora è sbloccata e corre finalmente verso la sua vita.

E non scappa: Elisa corre Libera.

 

*(ispirato da suggestione avuta in dono da Laura Toffanello)

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