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Con Giovanni Artese alla ricerca delle nostre radici lontane

Rileggendo le pagg. 77 e 78 della Storia di San Salvo

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I sei video e le venti foto che vedete inseriti in questo articolo non sono le immagini di una scampagnata tra vecchi amici. Oddio, per la verità i partecipanti sono tutti amici e taluni pure di vecchia data. Ma non sono andati a farsi due passi in campagna, anche se accompagnati da una deliziosa cagnetta. Silvia Daniele (presidente Archeoclub), Mimmo Di Nardo (vice presidente Archeoclub), Domenico Ramondo (tesoriere Archeoclub), Gilberto Ramondo, Carmine Potente, Donatella Zappitelli, Antonio Cilli e Orazio Di Stefano (soci Archeoclub) sono andati con “Giovannino” proprio come appassionati di storia ed archeologia locale.

Il sole, si, era quello “primaverile” dell’ultimo giorno nell’anno più caldo di tutti i tempi (come è noto siamo in piena era da surriscaldamento climatico, tanto che già si parla della sesta estinzione di massa). Ma a guidarci non è stato il mio cane, che pure ci ha diligentemente seguito. E’ stato lo storico Giovanni Artese, qualche anno fa definito “il miglior assessore alla cultura di tutti i tempi”. Chi sa se ora chi pronunciò quella frase lo ridirebbe… 

Artese ha guidato gli animatori del locale Archeoclub ed ha mostrato loro un muro (quello che qui si vede nella foto di copertina),  eretto oltre settecento anni fa (nel 13O0 circa), che doveva essere il muro di un locale a servizio dell’Abbazia di San Vito: quella che si è poi spostata dalla zona dell’odierno katrodromo per collocarsi attorno all’odierna Chiesa di San Giuseppe, al tempo Chiesa del Monastero di Santo Salvo; ha mostrato le fondazione di quella antica Abbazia cistercense, i cui monaci hanno dato lavoro ai primi sansalvesi senza sfruttarli come avrebbe fatto un signorotto medioevale; ha mostrato, poi, a Via San Rocco i resti di un altro Monastero, edificato sulle fondazioni di una villa romana, come quelli della villa romana, di cui conserviamo il mosaico a Piazza San Vitale. Personalmente conoscevo quei luoghi e mi ricordo bene di quando proprio Giovanni Artese, allora consigliere comunale nell’ Amministrazione Mariotti, convinse il sindaco a comprare il terreno su cui sorgeva la vecchia Abbazia di San Vito. 

E’ stato giusto che quel luogo, origine della nostra Città, sia entrato nel Demanio comunale (o per meglio dire, sia tornato al Comune, di cui aveva fatto parte da quando la nostra “Università” l’aveva comprato dai monaci, nel 1776, esercitando il diritto di prelazione). E’ stato giusto che quell’Amministrazione e le successive abbiano pulito l’area, riportando alla luce alcuni resti e che li abbiano recintati. Ma non è giusto che oggi essa sia totalmente trascurata, lasciata all’incuria del tempo ed all’invasione dei confinanti, con le recinzioni divelte come mostrano i video. 

Auspico, dunque, che il Comune di San Salvo, la Sovrintendenza di Chieti (che tanto ha dato a uesta Città) e l’Archeoclub locale collaborino per sistemare quelle aree, dotandole di cartelli illustrativi e indicativi, anche per portarci le scolaresche. Le quali potrebbero apprendere da un lavoro simile l’importanza che abbiamo avuto nel Medioevo e la peculiarità di questo nostro tessuto sociale “sostanzialmente democratico”. A tal proposito si leggano le considerazioni storico sociologiche a pag. 77 e 78 della Storia di San Salvo di Giovanni Artese.

 

 

 

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