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Oggi Roby Santini presenterà il suo nuovo cd al Centro Insieme

Redazione
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Roby Santini presenterà in anteprima il suo nuoco CD Domenica 9 Aprile con uno spettacolo dalle 17:30 al Centro Commerciale Insieme San Salvo.

Biografia (dal sito di http://www.robysantini.com/robysantini/Biografia.html)

Ogni volta che qualcuno mi chiede come ho iniziato a lavorare nella musica, quando posso, racconto con piacere com’è andata perché la mia storia, è la testimonianza vera di un sogno che diventa realtà. Già dall’infanzia la mia passione per la musica era evidente: giocavo per ore con un giradischi a valigetta dei primi anni ‘70 e ricordo ancora l’emozione che provavo nel prendere in mano quei vecchi 45 giri, sistemarli sul tappetino di gomma e appoggiare la puntina sul primo solco …uno dopo l’altro… all’infinito, mentre pensavo: “Io da grande voglio fare questo, ma esisterà un lavoro del genere?”. Ero ancora piccolo quando è arrivata in casa una tastiera di seconda mano, di una marca sconosciuta, con tre tasti per modificarne il suono e la manopola del volume che gracchiava; un catorcio insomma, ma per me era bellissima. In quel periodo ho scritto la mia prima canzone. Poco più tardi, mia nonna ha deciso di regalarmi una fisarmonica e di lì a poco, ho imparato a memoria tutti i valzer e le mazurche da poter sfoggiare alla prima festa di famiglia che capitava. Abitavo in un paesino dell’Abruzzo di duemila abitanti e le possibilità di fare musica erano ben poche, fino a quando Don Gabriele, il nostro mitico parroco, decise di fondare una banda e io mi iscrissi. Ho iniziato suonando il flauto, ho continuato con la clavietta, con la tromba e poi col flicorno soprano. ma durante il periodo ho imparato a strimpellare tutti gli strumenti a fiato. La svolta però, è arrivata all’età di 16 anni, quando vicino casa hanno aperto una stazione radio. E’ diventato subito il mio regno: potevo “mettere i dischi”, parlare al microfono, accontentare le richieste degli ascoltatori ed essere pagato per questo…una favola! In radio, l’indimenticabile RADIO M3, ho scoperto i giocattoli che avrebbero riempito e caratterizzato le mie giornate: i mitici SL 1200, i giradischi professionali di cui avevo sentito parlare, quelli con cui si poteva imparare a mixare e diventare cosi’ un dj… In quel momento ho capito, che quello sarebbe stato il mio futuro. Non dimenticherò mai l’emozione della mia prima festa: un capodanno over 50, dove ho mixato per  sei ore di seguito, dal valzer alla samba, hully gully e rock’n’roll, dal tango al cha cha cha…che sballo!!! Successivamente, grazie anche alla “popolarità” acquisita con la radio sono arrivate le feste di compleanno e le prime serate nei locali, rigorosamente e finalmente dance! Ma tutto questo non mi bastava, sentivo di poter andare avanti e per poterlo fare dovevo trasferirmi in una grande città, appena dopo gli studi. Avevo però un grande problema, ero senza soldi. Non potevo andare a vivere in una metropoli che non conoscevo senza neanche una lira in tasca, era necessario trovare una soluzione rapida ed efficace…finchè si accese la lampadina: “un quiz televisivo!!”. Era l’unico modo, anche se bizzarro, rapido ed efficace per raccimolare un bel gruzzolo e subito. Cosi’, ho mandato una lettera alla Ruota della Fortuna di Mike Bongiorno e nell’estate del ’92 ho partecipato, vincendo due puntate e 20 milioni di vecchie lire, che per un ragazzo di vent’anni erano dei bei soldini. Uno dei concorrenti con cui ho giocato era un noto PR delle notti milanesi, Roberto Ferri . Abbiamo subito fatto amicizia e prima di salutarci, mi ha lasciato il suo numero di telefono, dicendomi di chiamarlo se un giorno fossi andato sù. Così, dopo l’estate, ho messo le mie quattro cose in una borsa, preparato la valigetta dei dischi e insieme alla mia ragazza ho preso il treno per Milano. Appena arrivato, con enorme delusione, mi sono accorto di aver perso quel numero di telefono e ho trascorso i primi periodi girando nei locali per cercare di trovare qualcosa. Il primo posto dove ho lavorato era un night club dove mettevo musica d’ascolto e le basi per le spogliarelliste: come dimenticare l’ingresso in scena dell’abbondante Jaqueline…Un giorno, passeggiando per le vie del centro, ho notato sulla strada dei biglietti che pubblicizzavano l’apertura di un locale; ne ho raccolto uno a caso e dietro, incredibile ma vero, c’era scritto a penna un numero di cellulare e di fianco un nome: Roberto Ferri. In quell’occasione, ripensando alle belle cose che mi erano successe fino ad allora, ho capito di essere una persona baciata dalla fortuna. Grazie al mio amico ho iniziato a suonare in una discoteca che rimarrà sempre nel mio cuore: il  Fellini, dove ho lavorato per un anno intero, vivendo il mio primo vero impatto con il popolo della notte. Col passare del tempo ho girato diverse consolle del nord Italia e conosciuto moltissima gente, fra cui anche tanta da evitare…Il 24 Febbraio del ’94 è accaduta la cosa più bella della mia vita: sono diventato papà. A quel punto, sentivo l’esigenza di trovare qualcosa di più sicuro, un locale che mi garantisse più serate tutte le settimane: una notte un mio amico mi ha portato allo Zip. Era un posto storico di Milano che tempo prima si chiamava Contatto: apriva quando tutte le altre discoteche chiudevano e di lì passava la gente della notte, quella che aveva finito di lavorare nei locali, in strada…e tutti quelli che semplicemente non volevano ancora andare a dormire; l’ultima spiaggia insomma. Quella sera il dj aveva avuto un’animata discussione con il direttore, il quale per fargli un dispetto, ha iniziato a darmi retta, chiedendomi informazioni sul mio cachè e sulla mia disponibilità. Il dj, colto da un attacco di nervi, ha preso le sue borse dei dischi e se n’è andato lasciando la consolle scoperta. Da quella notte ho lavorato lì e per sette lunghi anni, sei sere a settimana, dalle tre alle nove di mattina, ho conosciuto le persone più assurde e vissuto le situazione più incredibili. Ho visto passare dallo Zip gente di tutti tipi: dai ragazzini ai sessantenni; dai transessuali ai pregiudicati; dai personaggi dello spettacolo agli impiegati; modelle, drag queen, balordi, imprenditori…una volta è venuto anche un prete. Tutti uniti da un unico scopo: vivere la notte. Una sera è arrivato un nuovo barista, che a dire il vero con il bar aveva poco a che fare, perché era anche lui un dj e stava iniziando a mettere sù uno studio, il suo nome è Gianni Fontana. Ci siamo trovati subito ed è nata un’amicizia indissolubile che dura ancora oggi ( nonostante lui viva da anni a New York dove ha uno studio di produzioni molto importante). Dopo poco tempo, grazie anche alle affinità  musicali in comune, ci è venuta l’idea di provare a fare qualcosa insieme in studio. In quel periodo lavorava con me Lukone, un vocalist che ripeteva tutta la notte un frase indimenticabile: “Arriva arriva quello che deve arrivare, non ti preoccupare…” era l’idea giusta per fare un primo provino. Gianni,  conosceva da un pò il già noto produttore Phil Jay e abbiamo subito pensato di fargli ascoltare il pezzo; la sua reazione è stata molto positiva, tanto da decidere di produrre e quindi risuonare il pezzo, che è diventato nell’inverno del ’95  il nuovo singolo per il suo progetto Z-100 . Ma la grande occasione arrivò subito dopo, con una canzone dal ritornello dolcissimo,  intitolata Run-away. Decidemmo di proporre anche questa al giudizio di Phil, che faceva ormai coppia fissa con il famoso dj-producer Molella; iniziò così una grande collaborazione che diede vita al progetto THE SOUNDLOVERS. Run Away, divenne ben presto una hit europea, entrando nella top 10 in Germania, Austria, Olanda e Paesi dell’Est; un successo incredibile e inaspettato ma riconfermato con i successivi singoli, tra cui People, Surrender, Walking , Living in your head . La fortuna però, non aveva ancora finito di regalarmi sorprese: durante un’ennesima pazza notte allo Zip, è arrivato in consolle un personaggio strano con una parrucca storta in testa, che si è presentato dicendomi: “Ciao, sono Billy, mi piacerebbe diventare la nuova drag queen della dance, che ne dici di produrmi?!”. Lì per lì sono rimasto un po’ perplesso, ma quando è scesa in pista e si è catapultata su di un muscoloso ragazzino, dimenandosi fra le sue braccia, non ho potuto trattenermi dal ridere. Il giorno dopo in  dieci minuti ho scritto Up & Down, realizzata in seguito insieme ai grandi produttori (nonché carissimi amici), Alessandro Viale e Roberto Gallo Salsotto, che fu il singolo di debutto del progetto BILLY MORE. Con il passare del tempo, sono arrivate nuove soddisfazioni ed altri successi:  dall’omaggio al mondo della moda con la canzone Boys & Girls  per  SOUVENIR D’ITALIE, alla collaborazione con Vanni G  e David Bacon per il progetto HOTEL SAINT GEORGE inaugurato con il singolo Welcome to my life.

Ma dopo questi incredibili anni fatti di successi internazionali e grandi esperienze di vita, ho deciso di fare un passo indietro tornando alle mie origini, e buttandomi in prima persona. Nell’estate 2007 grazie alla collaborazione del mio ormai inseparabile braccio desstro David Bacon nasce così il “Il Ragazzo di campagna” un progetto Pop-Folk completamente diverso dalle cose fatte in passato, nel quale oltre a cantare in prima persona, ho voluto coinvolgere solo collaboratori abruzzesi. La canzone Giovanna e Angiolino (che sono in realtà mia madre e mio padre) con il tormentone“ma vaffangul a te chi t’ha fatt e fratete pure” si diffonde ovunque nei telefonini, gli i-Pod e impazza a tutto volume nelle autoradio delle macchine; il videoclip è cliccatissimo da tutto il mondo su youtube con milioni di contatti. Lo spettacolo dal vivo “Il Ragazzo di Campagna Show” con una band tutta mia e il corpo di ballo ha superato i 250.000 spettatori. E chi se l’aspettava…!?

A te che sei arrivato a leggere questa storia fino alla fine, auguro di  credere nei tuoi sogni, di tirarli fuori ed inseguirli; anche se sembrano troppo grandi o così assurdi da aver paura di raccontarli. Ti auguro di non dover contare su nessuno, ma solo tu te stesso; di trovare tanti amici o almeno uno, che ti dica che stai facendo la cosa giusta…perché i sogni esistono ed esistono perché si realizzano, devi solo crederci. In bocca al lupo

Roby Santini

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