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Ut rata fiat un brindisi dal notaio

Tre varianti della ratafia

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Oggi parliamo di ratafia un liquore da sempre presente nella tradizione enogastronomica abruzzese. Gli ingredienti principali sono le amarene e in proporzioni variabili, vino rosso (solitamente il Montepulciano d'Abruzzo), zucchero e alcool.

La parola ratafià proviene dall’espressione latina ut rata fiat, che significa sia ratificato l’atto steso. Infatti anticamente, presso le popolazioni abruzzesi, vigeva la consuetudine di concludere un accordo notarile pronunciando tale espressione e brindando con un bicchiere di liquore a base di vino e ciliegie o amarene.

La ratafia è un liquore solitamente dolce dalla consistenza sciropposa  che conquista chiunque l’assaggi e si abbina bene con biscotti secchi. Molte sono le ricette per fare in casa la ratafia.

Vi proponiamo tre varianti della ricetta 

Un ristoratore sansalvese con un esperienza ventennale nel preparare questo liquore, Massimo Falcone la realizza in questo modo.
Ingredienti : 600 grammi di amarene, 1 litro di alcool rettificato per liquori a 95°, 1 chilo di zucchero e tre litri di Montepulciano d’Abruzzo.
Preparazione: innanzitutto si lasciano macerare le amarene denocciolate nell’alcool per almeno 15 giorni. Passato questo tempo mettere a bollire il vino con lo zucchero e una volta raffreddato unire all’alcool di amarene precedentemente filtrato. Imbottigliare e lasciare riposare per almeno tre mesi.

Un’altra ricetta che possiamo dire “della nonna” ci è stata raccontata dalla signora D'Alessandro e prevede l’utilizzo dei seguenti ingredienti: 500 grammi di amarene, 4 dl di alcool rettificato per liquori a 95°, 2 dl di vino rosso corposo, 2 bicchieri d’acqua, 3 o 4 foglie di amarena. Preparazione: lavare le amarene, lasciarle asciugare all’aria privarle del picciolo e snocciolarle. In un contenitore preferibilmente di vetro mettere i frutti, i noccioli,  le foglie, l’alcool e il vino. Lasciare in infusione in luogo buio e fresco per almeno 15 giorni. Trascorso il periodo di riposo far sciogliere lo zucchero nell’acqua, e quando comincia a sobbollire, spegnere e lasciare raffreddare. Aggiungere lo sciroppo all’infuso di amarene e amalgamare mescolando lentamente. Lasciar riposare per un paio di giorni, filtrare e imbottigliare.


Ho parlato di un liquore solitamente dolce poiché conosco anche una versione amarognola che faceva il mio papà Luigi, una versione che per la verità non amavo, ma che certamente qualche lettore potrà apprezzare: prendeva un barattolo di circa 2 litri, lo riempiva per un terzo di amarene, per due terzi di vino rosso e vi aggiungeva alcune foglie di amarena e qualche cucchiaio di zucchero. Dopo una decina di giorni lo sbollentava,  lo filtrava e lo imbottigliava.

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