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Don Raimondo Artese, il sacerdote dei bambini

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Don Raimondo Artese il 27 aprile 2018 ha festeggiato i suoi 40 anni di sacerdozio. Da 27 anni esercita il suo ministero nella stessa città in cui è nato e nella quale è maturata anche la sua vocazione alla sequela di Cristo e della Chiesa.

Due peculiarità caratterizzano questo ministero. La prima in assoluto è senz’altro la sua attenzione per le famiglie anche con i bambini piccoli. Cosa per niente scontata! La messa delle 10 del mattino nella parrocchia di San Giuseppe da quando don Raimondo l’ha introdotta è sempre stata quella in cui le famiglie possono partecipare tranquillamente anche se al suo interno ci sono i bambini che o per età o per carattere o per qualsiasi altra situazione possono in qualche modo dare fastidio. Questa è una messa in cui è normale sentire il “soave” chiacchiericcio dei piccoli ma per chi ama Cristo non è un fastidio. Il rito è un po’ più breve e nel momento dell’omelia don Raimondo usa linguaggi più semplici e più gioiosi. Ha fatto proprio il motto di Gesù “lasciate che i bambini vengano a me”.

L’altra peculiarità di don Raimondo è quella di aver creato una comunità accogliente fatta da diverse realtà ecclesiali come il Movimento dei Neocatecumenali, l’Agesci (movimento scout cattolico), il gruppo delle Famiglie e del Rosario, la Caritas parrocchiale, il Rinnovamento Nello Spirito, l’oratorio San Vitale. Non ci sono persone onnipresenti ma tante persone che fanno servizi diversi.

(Di seguito una sintesi dell’intervista rilasciata da don Raimondo Artese nel 2014 e pubblicato su questo sito)

Come è nata la sua vocazione sacerdotale? 

La mia vocazione è nata grazie alla testimonianza della mia famiglia. Ogni domenica i miei genitori andavano a messa (possibilmente anche durante la settimana) e partecipavano alle novene e agli incontri organizzati dalla parrocchia. Ho un bellissimo ricordo di mio nonno Nicola, uomo di fede che durante la settimana stava alla masseria e il sabato sera tornava in paese, andava dal barbiere per “farsi fare la barba” e la domenica mattina puntualmente andava a messa e la sera tornava di nuovo alla masseria. Da piccolo non ero proprio un “santarellino” e quindi andavo in giro per la Chiesa e spesso parlavo. Quando mi dicevano di stare zitto io rispondevo "Cirillo parla, parlo pure io."Un giorno a scuola era passato un sacerdote che ci aveva fatto fare un tema su cosa volevamo fare da grandi: io volevo diventare sacerdote. In terza media sono entrato in Seminario. Ricordo che quando i miei dovettero chiedere a Don Cirillo il rilascio del certificato per farmi entrare in seminario, chiese: “ma siete proprio sicuri?”.

Ha vissuto la trasformazione di San Salvo da centro rurale a polo industriale, quali i suoi ricordi e quali le sue impressioni su questi cambiamenti?

Ricordo che San Salvo era veramente un piccolo paese. A scuola c'erano due sezioni una maschile e una femminile. L'unica strada trafficata era la nazionale. In pochissime case c’era la televisione che in diverse occasioni diveniva oggetto di condivisione. Ma quando c’erano delle trasmissioni particolari e tante persone la volevano vedere il padrone di casa poggiava l’apparecchio sulla finestra.

Secondo lei come veniva e come viene percepita la chiesa dalla maggior parte degli abitanti di San Salvo?

Una volta, la maggior parte delle persone andava in chiesa un po’ per tradizione e un po’ per quel senso di religiosità che portava a rivolgersi a Dio perché i raccolti andassero bene. Ora non è più così. Confido nel Signore affinché le varie circostanze per cui molti si avvicinano alla chiesa diventino occasioni per riscoprire quella fede che è nel cuore di ogni uomo.

Caro don Raimondo Arteseauguri per i tuoi primi 40° anni di sacerdozio! Dal battesimo all'ordinazione, anni in cui hai trasmesso a me e a tanti il dono di una fede semplice, bella, essenziale e piena di vita vera e concreta. Provvidenza, fiducia e attenzione..poche parole per descrivere il tuo ministero sempre "contromano"! Ci hai sempre insegnato che "tutti sono utili, nessuno è indispensabile", ma mi piace pensare che le storie di molti di noi che oggi ti facciamo gli auguri sarebbero state diverse senza incrociare la tua! Grazie...di tutto! (le parole di don Andrea Manzone per il 40° di don Raimondo)

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