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Calabrese: " dopo quasi 35 anni di carriera c’è sempre da imparare"

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Quando si ama profondamente il proprio lavoro uno dei primi sintomi di quanta sia grande questa passione è la consapevolezza che si ha sempre ancora tanto da imparare.

Di seguito la storia di Ivan Calabrese, un uomo che anche se ha vissuto qui a San Salvo solo per alcuni anni e nel periodo estivo, si porta con sé la passione per questa terra dove vive tuttora la mamma.

Mi racconta un pò della sua vita?

Sono nato a Liegi in Belgio nel 1970. Sono figlio dell’immigrazione delle miniere: mio nonno lasciò Carunchio negli anni '50 per per dare un futuro migliore ai suoi figli. Mio padre era un mastro pizzaiolo ed aveva un ristorante a Liegi. Ogni domenica, già a 7 anni andavo a lavorare nel ristorante di famiglia e quando tornavo a casa vedevo mia nonna fare la pasta alla chitarra con il ragù d’agnello: il sapore unico di quel pranzo in famiglia che ti scalda il cuore. Ed è così che è nata la mia passione per la cucina e ho conseguito la qualifica di cuoco. Purtroppo mio padre venne a mancare e mia madre decise di vendere tutto e di venire ad abitare qui a San Salvo nella villetta di famiglia. Fu così che ho proseguito i miei studi culinari, nella famosa scuola alberghiera di Villa Santa Maria.

Come ha vissuto questo trasferimento?

All’inizio fu molto difficile per me perché la vita in Italia era molto diversa dalle vacanze estive...per la cultura, i modi di fare e la lotta continua con le istituzioni che non funzionavano sempre bene. Però sono stato fortunato perché ho incontrato una bella compagnia di amici tra cui Nicola Trivillini e Antonio Cilli che mi hanno aiutato a capire la vita sansalvese.

Quali sono state le sue esperienze in questo lavoro?

Durante i miei 5 anni di scuola alberghiera, nei periodi di vacanza lavoravo nei vari villaggi turistici e sono stato anche in Sardegna, Toscana, Cortina e Madonna di Campiglio. Dopo il diploma senti il bisogno di muovermi ancora per crescere nel mio lavoro. Me n’andai a Bruxelles dove per ben 15 feci lo chef in una nota Brasseria tipica belga e nel 2008 sono mi sono trasferito a Lussemburgo dove prima ho lavorato in un grandissimo ristorante italiano famoso in città e da marzo 2017 insieme a mia moglie Tina, anche lei esperta e professionista nel mondo della ristorazione, abbiamo aperto un ristorante tutto nostro che si chiama "Il passatempo". Sono un socio della FIC (Federazione italiana cuochi Belgio con sezione Lussemburgo) con cui riusciamo a diffondere la tradizione culinaria e il Made Italy nel mondo. Io ho sempre amato il mio mestiere e lo porto avanti sempre con la stessa passione. Ogni giorno che entro in cucina mi rendo conto che si impara sempre qualcosa di nuovo e nessun giorno è uguale all'altro. Anche dopo quasi 35 anni di carriera c’è sempre da imparare perché è un mondo che, mantenendo le basi della cucina tradizionale, è sempre in evoluzione.

Cosa le resta delle sue origini?

Anche se qui in Lussemburgo si vive talmente bene e il sogno è qui, io sono innamorato della mia terra d’origine ma sono molto arrabbiato anche con i modi di fare della nostra gente nei confronti delle nostre bellezze e ricchezze enogastronomiche del nostro territorio. Il mio sogno nel cassetto è di aprire un agriturismo e se dovessi scegliere il dove al primo posto metterei la Spagna poi l’Abruzzo ed infine il Portogallo. Dobbiamo avere più rispetto per la nostra bellissima nazione perché anche se l’Italia è il più bello paese al mondo purtroppo molti italiani non lo rispetta.

Quali consigli ti senti di dare a questo territorio per uno maggiore sviluppo del turismo?

Innanzitutto studiare politiche di marketing del territorio più efficienti. Migliorare i collegamenti tra un paese e l'altro: ad esempio si potrebbero prevedere delle navette con l'aeroporto di Pescara. Attualmente anche se ci sono dei voli low cost per arrivare in Abruzzo poi sei un mano a Cristo per potere arrivare nella nostra terra meravigliosa. Rispetto a quando ero piccolo non vedo un turismo tanto evoluto: è concentrato solo sul mese di Agosto. Con il posto che abbiamo si potrebbe pensare a un  turismo per tutto l’anno. In questo periodo sono venuto 2 giorni a San Salvo e dopo aver trascorso altri 2 giorni a Napoli, ho preso il traghetto a Civitavecchia per Barcellona. Ho visitato Barcellona e Madrid e adesso sono in Portogallo vedo che loro negli ultimi decenni si sono evoluti noi per niente. E questo mi fa male perché abbiamo la fortuna davanti i nostri occhi e non sappiamo sfruttarla. Si dovrebbero allargare gli orizzonti e puntare anche sul turismo dell altre nazioni. Pensare a un

turismo sportivo per primavera ed autunno. Richiamare i giovani con formule economiche più vantaggiose. Pensare anche anche alla terza età e alle famiglie con servizi e strutture adeguate.

Qui molte cose sono obsolete e spesso anche il servizio lascia desiderare: porti i soldi e spesso sembra che dai fastidio.

Pensare a un turismo thermale con spa. Sfruttare come attrattiva turistica anche l'eno-gastronomia.

 

 

 

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