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Doralba Petrone: "Un figlio è soprattutto un figlio"

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Doralba Petrone è una donna mamma che ama profondamente i suoi tre figli, uno dei quali ha una sindrome di autismo. "Un figlio è soprattutto un figlio. Non sopporto quando mi dicono che sono una donna forte perchè io non mi sento semplicemente una mamma".

Mi parla un pò di lei?

Seconda di tre figli sono nata a Napoli e sono cresciuta in un ambiente molto amorevole e ho avuto un'infanzia davvero bella. Anche se ho perso mio padre a soli dodici anni, i miei genitori mi hanno insegnato ad amare e rispettare gli altri e a mettere amore in tutto ciò che facevo. Da ragazza sono sempre stata molto attiva, studiavo e lavoravo. Il mio sogno era quello di avere una famiglia serena come quella che avevo avuto io. A 23 anni mi sono sposata. Eravamo entrambi davvero molto innamorati. Nel 1989 ci siamo trasferiti qui a San Salvo perché, anche se amo tantissimo Napoli e mi manca, volevo per i miei figli la vita serena di una piccola cittadina. Una città grande offre tantissime opportunità ma presuppone ritmi di vita non a dimensione d'uomo. Sono sempre stata dell'opinione che si vive una volta sola e che bisogna cercare di avere una vita quanto più serena possibile. Conoscemmo San Salvo grazie alla sorella di mio marito che abitava qui. Le mie figlie hanno fatto le loro esperienze all'estero, hanno girato molto per lavoro ma poi hanno scelto di tornare qui. A San Salvo c'è il mare e si vive bene, anche se molte cose non ci sono si tratta di mettere sulla bilancia tutti i fattori. E lo stile di vita pesa di più.

 

Quando e come ha scoperto la sindrome di Umberto?

Io amo parlare di mio figlio e del suo autismo. Oggi Umberto ha 32 anni. Mi sono accorta che c'era qualcosa che non andava intorno ai due anni e mezzo. Vedevo che a differenza della sorella non voleva essere abbracciato e tendeva spesso a isolarsi. All'epoca purtroppo si sapeva ben poco di questa sindrome. Insieme a mio marito cominciammo i viaggi della speranza per tutta Italia. All'epoca spesso i dottori parlavano della teoria della "mamma frigorifero" che affermava che questi bambini avevano questi atteggiamenti perché le mamme non dimostravano loro affetto. Anche se tutto il mondo (compreso mio marito) mi diceva questo, la cosa non mi scalfiva perché ero sicura di me e dell'amore che provavo per mio figlio. Io andavo e continuo ad andare in giro semplicemente perchè voglio una vita quanto più serena possibile per lui. Le altre due figlie, Marianna e Angela, mi sono sempre state e lo sono tuttora, molto vicine. Sono state complici, presenti e si sono sempre dimostrate più mature della loro età. Considerano Umberto non il fratello autistico ma semplicemente il fratello da coccolare e proteggere. Molto mi ha aiutata l'aver incontrato altri genitori che vivevano la stessa esperienza.

C'è qualcosa che la rammarica con suo figlio?

La frustrazione di non poter fare di più e il non avere la possibilità di conoscerlo fino in fondo, cosa pensa, se una notte ha sognato qualcosa, il non poter chiacchierare con lui.

Chi è Umberto?

E' un giovane ragazzo che ama fare molte cose che fanno anche i suoi coetanei, come l'uscire con le sorelle, andare a cavallo e in piscina e cucinarsi le cotolette. Una volta l'avevo beccato a fumare di nascosto in bagno. Ama molto le macchine. Spesso andiamo in edicola e lui si fionda sulle riviste di auto. Le macchinine erano gli strumenti con cui riuscivo ad entrare nel suo mondo. Le realizzavamo insieme con la plastilina, la pasta di sale, la carta e ogni altro materiale possibile. Adora trascorrere del tempo con il suo papà anche se si è fatto un'altra famiglia ed è tornato a Napoli. E' un ragazzo molto affettuoso. Prima non sopportava gli abbracci per via del suo ipotatto. Oggi grazie alle terapie molto è cambiato. Dico sempre che Umberto è il mio maestro di vita. Grazie a lui ho imparato a discernere ciò che è veramente importante nella vita. Se anche non l'avevo programmato e in quel momento sto facendo altro, se Umberto si mette il borsello e mi si mette davanti per farmi capire che vuole uscire, lascio tutto e usciamo. Il suo è un cuore puro e pieno di un amore incondizionato.

Crede in Dio?

Sì tantissimo. Mi rivolgo a Lui costantemente, in ogni momento. Ho potuto sperimentare che con la preghiera molti nodi si sono sciolti.

 

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