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Il mio amico Marco

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Ho sempre avuto l'impressione, incontrando Marco Granata, di avere a che fare con un bravo ragazzo,  un ragazzone tutto d'un pezzo, esemplare, educatissimo, rispettoso degli altri e delle idee altrui.

D'altro canto, non poteva essere diversamente dato che è figlio di Igino, discendente di una delle famiglie più antiche di San Salvo, i Granata, che hanno sempre posto i valori spirituali come l'onesta, la dedizione verso il lavoro, l'amore per la famiglia e per gli amici,  al primo posto nella loro esistenza.

Suo papà Igino, amico intimo di mio padre, era emigrato in gioventù in Canada, forse più per spirito d'avventura che per effettiva necessità o forse perché il destino gli aveva riservato che lì avrebbe incontrato  la  gentile signora  Luisa, che avrebbe poi sposato e dal cui matrimonio sarebbero nati Franca, la primogenita, ed il nostro Marco.

Ricordo quando mio padre, felice,  disse in famiglia: "Torna  Igino dal Canadà".

Era il 1965 ed insieme ad Igino che tornava, vennero a San Salvo la signora  Luisa, e per la prima volta Franca e Marco, che erano piccini, andando tutti ad abitare nel palazzetto  di Nonno Vincenzo, in C.so Garibaldi, luogo che appariva ai miei occhi di bambino  come una casa fatata, immersa nella natura, in cui regnava  la pace e la tranquillità.

Giorni addietro ho incontrato nuovamente Marco e la sensazione che ho avuto è stata sempre la stessa. L'ho cercato perché so che è appassionato di fotografia e cercavo una foto antica di San Salvo che egli prontamente mi ha dato. Sono rientrato dopo tanti anni nel giardino del palazzetto di nonno Vincenzo, che nonostante interventi di ampliamento conserva intatto il suo fascino antico e l'architettura originaria, e parlando con Marco di suo padre, del compianto Igino, mi ha mostrato un video che egli  ha realizzato sulla sua famiglia, di cui ne sono rimasto letteralmente affascinato, in cui ho rivisto tante persone straordinarie di una San Salvo che fu.

Volevo chiedergli se me ne faceva dono per poterlo pubblicare sul sito, ma conoscendo la sua riservatezza ho esitato. Alla fine mi ha mostrato altri suoi video straordinari su San Salvo, sulla  nostra antica gente , su San Vitale (un viaggio per tutta l'Italia alla scoperta delle effigi del martire) ed altri che ritraggono i nostri genitori e progenitori, scene di vita sansalvese e di politica anteguerra: veri capolavori.

Più li guardavo e più cresceva in me la convinzione che Marco, sia con la fotocamera che con la videocamera, è un artista nato. Egli adotta una tecnica che è vera arte. I suoi video sembrano quadri di Picasso. L'artista sembra non rispettare alcuna cronologia, anzi a volte va  a ritroso nel tempo;  salta da un periodo ad un altro storico, disorientando  ed affascinando nel contempo lo spettatore.

Gli ho detto:"Marco sono meravigliosi ed andrebbero a genio nel mio sito. Sarebbe un dono graditissimo e sono certo che sarebbe un grandissimo omaggio a tutti i sansalvesi che potrebbero rivedere i loro avi in queste immagini".

Poi ho aggiunto:"L'arte, per essere tale, deve essere condivisa con gli altri . Io ero come te. Ho scritto centinaia di canzoni per me, e li tengo chiusi nel cassetto. Solo da poco ho capito..."

Mi ha guardato, con lo sguardo serio e dopo un attimo di titubanza, senza fiatare, con la sua consueta calma serafica, mi ha donato quattro suoi lavori, aggiungendo: "Spero di fare un omaggio ai miei compaesani".

Il primo video che pubblicherò sul sito  è dedicato alla famiglia di Marco, ai Granata, ma anche ai loro amici ed a una San Salvo di un tempo.

Sono rimasto sempre affascinato dalla famiglia Granata per il loro portamento ed il loro modo signorile di fare.

Si rivedono nonno Vincenzo e nonna Francesca, il compianto Igino, lo zio  Berardo, il primogenito, che era emigrato a Fossacesia, zia Maria Rosaria, moglie di Secondino Cilli e mamma di Mirella e Piera, zio Rodolfo, che era andato a vivere a Trieste, e Giovina Dora, sposatasi con Antonio Artese, mamma di Giovannino e Aurelia e Annamaria e tanti amici, tra cui una giovane Donna Lidia Artese ed altri.

Ricordo lo zio Rodolfo che viveva a Trieste, una persona dal portamento nobile, un vero signore di fatto e nell'aspetto, che mostra tutto il suo carisma nelle foto comprese nel video. Ho poi abitato da bambino in IV Vico Savoia, vicino la casa di Giovannino Artese, figlio di Dora, un bambino buono e straordinario, con il quale ho condiviso pagine indimenticabili della mia fanciullezza.

Il tempo passa e oblia i ricordi.

E' un'occasione straordinaria per ripercorrere sentieri della memoria che sembravano sopiti. (Fonte sansalvoantica)

Foto di Antonio Longhi

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