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Non è più con noi il verace sansalvese Augusto, che dal nulla realizzò tappe impensabili

I racconti di Angiolina

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Iezzi Augusto, per coloro che lo conoscevano da tanti anni, come il mio papà, suo grande amico, era e rimane l'esempio, anzi, un attore di quei film degli anni 40 che raccontano vite vissute, partendo dal niente, ma da un infinito susseguirsi di percorsi, senza studio ma tanto talento, tanto lavoro, tanti sacrifici e un sacrosanto attaccamento alla San Salvo verace, troppo lontana dalla Francia, quando Augusto, ragazzo, la raggiunse con un treno lento e rumoroso, con una valigia di cartone riempita di panni già logorati, pochi arnesi e il cappello di carta da muratore che aveva rubato al suo mastro, il quale, alla partenza, lo abbracciò forte forte con le lacrime agli occhi.

Augusto ripeteva sempre, con molta umiltà che "non aveva fatto le scuole" ma, senza saperlo possedeva una laurea impareggiabile di tante discipline che imparò giorno per giorno, arrivando a mete economiche e professionali, che ebbero sempre però la lingua dialettale, il cuore nostrano, l'orgoglio di aver avuto il figlio architetto, importante come i tanti architetti che si è veduto superare nella società quando, magari, lui sapeva di più ma doveva parlare di meno.

Augusto sognò e realizzò tutto ciò che aveva desiderato, superando ogni aspettativa anche quella di andare ogni giorno in banca e capire poi, che alla fine, tutti quei soldi tanto faticosamente guadagnati e avanzati poi nulla erano nei confronti della salute che lo strappò con troppa agonia e in comparazione al grande amore che sempre diede ed ebbe dalla sua meravigliosa famiglia.

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