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Dio vince. E vince attraverso l’amore che dà la vita e il cristiano vince attraverso la fede

Commento al vangelo

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La Pasqua per noi cristiani, è un fatto storico avvenuto in un giorno preciso di un anno preciso. La Pasqua, per noi, è un fatto certo, accaduto veramente: è il punto di appoggio di tutta la storia umana. Però un problema sembra turbare la coscienza dei credenti. Il problema  è questo: dopo la Risurrezione, Cristo ha tagliato i ponti con noi oppure è qui? E’ diventato un assente dalla nostra vita oppure è presente? E’ lontano o vicino?

Facciamo parlare il Vangelo. Gesù nell’ultima cena dice: “Non vi lascerò orfani: verrò da voi” (Gv 14,18). E’ un’affermazione lucida, sicura. Nel giorno dell’Ascensione Gesù dice ancora: “Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20). Sono parole stupende, confortanti: Io sono con voi! Non esiste, quindi, un giorno che possa smentire la fedeltà di Cristo! Ma allora ci chiediamo dov’è questo Cristo? Talvolta il mondo sembra proprio senza Dio, talvolta anche il cristiano appare abbandonato dal suo Dio. E’ proprio così, oppure siamo noi che cerchiamo Dio dove non è e aspettiamo da Lui segni che mai darà?

Ascoltiamo il vangelo di questa domenica. Gesù dice:: “Io sono la vite, voi i tralci” (Gv 15,5).E’ un esempio che esprime delicatezza e umiltà,; la vite spesso è presa come esempio di umiltà. Cristo ama rappresentarsi come una vite, proprio per sottolineare lo stile paziente, discreto, a tempi lunghi… che caratterizza la presenza di Dio nel mondo. Chi sogna un Dio guerriero o un Dio trionfatore, spavaldo della storia… resta deluso: Dio non è così e non sarà mai così.

Però una cosa è certa: Dio vince. E vince attraverso l’amore che dà la vita e il cristiano vince attraverso la fede che lo salda alla forza di Dio. “Io sono la vite” e “questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede”. (1Gv 5,4).

“E voi siete i tralci”. I tralci sono persone concrete, di ogni giorno, persone che si incontrano al lavoro, nella strada, nella famiglia. Nel mondo ci sono tralci che rivelano la presenza di una vita che è Cristo? Se la Parola di cristo è vera, ci devono essere persone nelle quali si possa vedere la vita di Cristo, il Risorto.

Guardatevi attorno: oggi quanti tralci vivi si vedono! Non fanno chiasso, come fa chiasso il male: “Un albero che cade fa più rumore di un’intera foresta che cresce”.

Pensate ai sacerdoti e ai cristiani che si consacrano liberamente al recupero dei drogati, al conforto degli ammalati e alla difesa dei poveri e dei bambini in tantissime parti del mondo. E’ un’impresa difficile, logorante… eppure c’è gente che si consuma volontariamente per questo.

Pensate a tanti sacerdoti umili e semplici, che si consumano per la gente come candele silenziose.

Pensate anche agli uomini straordinari del ventesimo secolo: Padre Pio, don Luigi Orione, Raul Follereau, il dottor Schweitzer, Don Carlo Gnocchi, Padre Kolbe, Abbé Pierre, Mons. Camara,  Mons. Romero, Don Tonino Bello… e tantissimi altri.

Sono fioriture di tralci insieme a tante donne e uomini , fioritura impossibile senza la presenza di Cristo. Dal niente non viene niente! Sotto questi tralci c’è per forza una vite che dà linfa: questa linfa è Cristo.

I segni della presenza di Cristo ci sono: siamo noi che spesso non vogliamo vedere.

Ma Gesù continua: “Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto”(Gv 15,2) Questa potatura è il mistero che talvolta ci chiude gli occhi, perché non lo vogliamo accettare. E il motivo è questo: siamo tutti un po’ materialisti; accomodati nel mondo e non pellegrini e forestieri in questo mondo.

Ecco allora le prove, il dolore, le persecuzioni, la croce… è l’unica strada che resta a Dio per mettere con le spalle al muro la nostra libertà ribelle e aprirci il cuore alla fede.

E’ stato detto da Juan Arias: “L’insoddisfazione è la strada attraverso la quale Dio sta giungendo inaspettato a questa generazione”. Notate quello che sta accadendo ai nostri giorni: oggi si uccide anche per delle banalità: è segno di disperazione. Oggi la droga sta invadendo il mondo al punto tale che i fiumi delle grandi città mandano odore di cocaina: è segno di decadenza e di insoddisfazione. Il tralcio, staccato dalla vite, secca inesorabilmente. Ma ci sono prove anche per i buoni affinché crescano nel bene.

Prendete la prima lettura. Paolo non viene accettato dopo la conversione. Paolo deve essere presentato da Barnaba perché a lui non credono. Paolo deve fuggire perché lo vogliono uccidere… quante prove per l’uomo di Dio!

Eppure Paolo non dubita di Cristo che l’ha chiamato sulla strada di Damasco. Sarà lui a dire che un giorno: “Io sovrabbondo di gaudio in tutte le mie tribolazioni” (2Cor 7,4), “Completo in me la passione di Cristo.. Tutto posso in colui che mi dà la forza (Fil).

Se arrivassimo a capire che tutto è Grazia di Dio, non esisterebbero giorni di seconda classe: sentiremmo in maniera esaltante il mistero del tralcio unito alla vite che è Cristo e saremmo felici per tutte le potature di Dio, che ci rendono più umili e più liberi. Anche in questo momento! Sempre!

 

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