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Tu, Signore, ci alimenti con il pane e disseti con il calice della gioia

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Dal Vangelo secondo Marco
 
Il primo giorno degli Àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». 
Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi». 
I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.
Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».
Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.
 
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Eccoci arrivati all’ultima delle quattro solennità che prolungano il tempo di Pasqua: dopo aver celebrato l’Ascensione del Signore, poi la Pentecoste e domenica scorsa la Santissima Trinità, oggi tutta la nostra attenzione si concentra sul mistero dell’Eucaristia, il corpo e sangue di Cristo Gesù. 
 

"Il giorno più bello della mia vita" Una frase del genere, in bocca a un ragazzo di 10 anni può far pensare a un giorno speciale: quello della prima comunione. Giorno bello perché ci si incontra con Gesù anche nel Pane eucaristico, potendo sedere alla mensa come il resto della comunità, insieme con i "grandi" adesso che non si è più bambini.
Una frase vera e bella, se non nasconde il rischio che si scambi questo grande incontro con "il primo" della propria vita di fede.
Infatti è dal battesimo che noi facciamo parte dell'Alleanza di Dio, ed è ascoltando la Parola che noi lo incontriamo, come pure nel perdono sacramentale.
Un altro rischio che può nascondersi dietro una frase del genere è pensare che esista il sacramento della "prima comunione". Esiste quello dell'Eucaristia, e non si limita ad un gesto, ma coinvolge tutta la vitaa.

Legata a quest'ultimo rischio, quello del "sacramento della prima" vi è la situazione di chi fa della prima anche l'ultima comunione, almeno fino al prossimo evento.
La festa odierna ci ricorda che questo dono di Dio non si limita a un solo incontro, ma da quel primo continua poi in tutti gli altri. È avvenuto così per il rito del rinnovo della prima alleanza che il popolo ebreo, i nostri padri, ha celebrato di anno in anno nella festa della pasqua. È avvenuto anche per i discepoli di Gesù che lui ha incontrato nel primo giorno della settimana e poi ogni otto giorni per donare lo stesso Corpo e Sangue e rinnovare con questo la nuova e definitiva Alleanza. Non sono stati gli apostoli a ritrovarsi, quasi presi dalla nostalgia di quel primo giorno; è Gesù che li ha coinvolti, invitandoli all'incontro che si ripete ogni domenica.

Se anche oggi ci viene richiamato questo dono è proprio per ricordarci che insieme con il Signore, ogni domenica è "il giorno più bello", il giorno della festa, "una pasqua" perché rispondiamo anche noi al suo invito, spezziamo il Pane e lo condividiamo tra noi. Comunione allora non solo con Gesù, ma anche con i fratelli. E non solo alla domenica, bensì ogni giorno. La forza che ci dona il cibo dell'Eucaristia ci aiuta a vivere nell'amore ogni giorno. Un amore che riceviamo da Dio, per condividerlo con i fratelli.

Amore che nasce da lui per giungere a tutti, anche grazie a noi. Non si tratta allora di un incontro intimo, nel senso di chiuso nel nostro cuore, ma di una missione che nasce dalla pasqua, la missione di condividere la gioia della vittoria di Dio sul male e la morte.
Gesù ha scelto un gesto più semplice e normale: il pane. Un pezzo di pane che mangiamo, come facciamo tutti i giorni, e varie volte al giorno. Un pane però che ha un significato del tutto diverso; anche se l'aspetto, il gusto, la forma rimane quella di prima, lo Spirito trasforma il pane che noi portiamo all'altare nel Corpo di Cristo. In latino si dice "Corpus Domini", ovvero Corpo del Signore. Una festa grande oggi, per ricordarci un dono grande ogni domenica...sì come la festa del papà e della mamma che ci amano non solo 1 giorno all'anno, ma sempre.

Ringraziamo Gesù che è buono con noi; buono come il pane. Un pane indispensabile sempre, e non solo una volta in vita.

Signore voglio affidarti non solo i 24 bambini ma anche i tanti che oggi ti riceveranno per la prima volta fasi che essi possano sperimentare che tu li alimenti e disseti perché in te possono avere la vita.
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