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San Raimondo di Peñafort

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Questo santo è il terzo Maestro Generale dei Domenicani, dopo il fondatore, san Domenico di Guzman, e Giordano di Sassonia. Nato verso il 1175 presso Barcellona, si mise talmente in luce frequentando la scuola della cattedrale che il vescovo lo incaricò di insegnarvi gratuitamente la retorica e la logica. Nel 1210 si recò (a piedi!) a Bologna per studiarvi diritto e, promosso dottore, cominciò a esercitarvi la professione tra un pubblico di nobili e ai letterati. 

Nel 1218 il vescovo di Barcellona, Berengario IV, venuto a Bologna per chiedere a san Domenico qualche frate predicatore per la sua diocesi, avendo sentito parlare di Raimondo, lo chiamò come docente nel seminario che stava per aprire. Domenico, dal canto suo, mise a disposizione il personale necessario per la fondazione di un convento dove Raimondo, che era stato nominato canonico della cattedrale, entrò lasciando la carica. Nel 1223 aiutò san Pietro Nolasco a fondare l’Ordine dei Mercedari per il riscatto degli schiavi. Poi papa Gregorio IX gli affidò il compito di raccogliere e coordinare tutti gli atti emanati dai pontefici in materia dogmatica e disciplinare e, a lavoro finito, gli offrì l’arcivescovado di Tarragona, che egli però rifiutò volendo rimanere frate. Eletto Maestro Generale dell’Ordine, si sottopose ad una serie di faticosissimi viaggi attraverso l’Europa per visitare i vari conventi e risolverne i problemi. 

Si dimise per tornare, ormai settantenne, alla sua vita di preghiera, di studio e di formazione dei suoi confratelli. È lui che, per dare gli strumenti culturali necessari all’attività missionaria dell’Ordine, convinse san Tommaso d’Aquino a scrivere la famosa Summa contra Gentiles, il testo che abilita a discutere con persone colte di altre fedi. Dopo una vita di abnegazione, di studio, di predicazione e di preghiera, 

Raimondo morì quasi centenario nel convento di Barcellona il 6 gennaio 1275. Fu canonizzato da Clemente VIII nel 1601.

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