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Appuntamento con lo sport: l’Atletica Solidale

Dopo gli allenamenti in palestra torniamo all’aria aperta con il podismo

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Sempre più persone, come sappiamo, si danno alla corsa su strada e non, cogliendo l’occasione per tenersi in forma e passare molto tempo all’aria aperta. Chiunque può correre nei luoghi più disparati per il tempo che ritiene opportuno. Tuttavia ci sono interi gruppi di persone che fanno di questo sport una passione e, come tale, la coltivano con tutto l’impegno possibile. Per comprendere come è organizzata l'Atletica Solidale di San Salvo abbiamo intervistato con il dott. Paolo Tilli, attuale presidente della società.

L’intervista
Come e quando nasce l’Atletica Solidale? Invece come hai cominciato tu?

Dunque questa è una realtà non troppo giovane visto che nasce nel corso del 2008 da un’idea di Marcello Casasanta al quale, solo da pochi mesi a questa parte, sono subentrato io visti i suoi numerosi impegni con il circuito Corrilabruzzo. Ti posso comunque dire che tutto è nato con l’espressa volontà di unire lo sport alla solidarietà e, non a caso, siamo riusciti ad organizzare ben cinque edizioni di una gara podistica proprio qui a San Salvo Marina. L’evento, chiamato ‘Corriamo per loro’, è stato pensato e organizzato in collaborazione con la parrocchia della Resurrezione di San Salvo Marina e si è svolto sempre in occasione del primo maggio. Quello che ci tengo a precisare è che tutti i proventi ricavati dalle iscrizioni sono stati sempre devoluti in beneficienza a diversi enti sia locali che del mondo; infatti in seguito alla prima edizione devolvemmo la somma alle Piccole Sorelle del Vangelo, una ‘comunità presente in molte zone del mondo, mentre in occasione dell’ultima tutto è stato donato alla Protezione Civile Valtrigno. Non ti nego, inoltre che gli iscritti sono sempre stati molti, addirittura in un’occasione siamo riusciti a raggiungere le 1000 presenze, risultando essere la gara più partecipata a San Salvo. Purtroppo da un paio d’anni a questa parte non abbiamo avuto modo di riproporre l’evento ma ti anticipo che abbiamo già in mente una nuova manifestazione che stiamo cominciando ad organizzare. Al contrario per quanto mi riguarda ti posso dire che ho cominciato come sponsor e solo nel corso del tempo mi sono appassionato facendolo diventare il mio sport.

Oltre ad organizzare e partecipare alle gare in giro per l’Abruzzo avete in mente qualche progetto ‘particolare’?
A dire il vero si, infatti stiamo pensando di organizzare una cooperazione con il reparto pediatria dell’Università Gabriele D’Annunzio di Chieti-Pescara. Il fine di questa cooperazione sarà quello di stimolare l’attività motoria nelle scuole elementari coinvolgendo circa cinquanta ragazzi, visto che sempre di più la motricità delle nuove generazioni viene messa a rischio da uno stile di vita molto più sedentario.

Hai accennato poco fa ad una sorta di inattività della squadra in questi ultimi due anni, il numero dei vostri iscritti come è variato?                                                                          Bè come puoi immaginare gli iscritti sono rimasti numericamente stabili nel corso di questo periodo, tuttavia adesso abbiamo avuto qualche nuovo tesseramento e raggiungiamo circa le trenta unità.

Secondo te perché una persona dovrebbe cominciare a correre?
Potrei darti due diverse motivazioni, la prima legata prettamente al mio lavoro mentre la seconda dettata direttamente da quella che ormai è diventata una passione. Andiamo con ordine, dal punto di vista medico ti posso dire che sicuramente correre fa bene e, personalmente, lo ritengo uno sport ancestrale e istintivo visto che ogni essere umano è dotato naturalmente dei movimenti e dei muscoli necessari. Inoltre anche sotto il profilo psicologico è fondamentale visto che rappresenta una valvola di sfogo che permette di rilassarsi al termine di una giornata in cui si è svolta solita routine. Posso ancora aggiungere che muoversi non fa che prevenire numerose malattie al sistema cardiocircolatorio. Dal punto di vista dell’atleta invece mi sento di dire che cominciare ad allenarsi equivale a mettersi in gioco e lottare contro se stessi, anche se lo si fa come passatempo, indirettamente ci si sfida e, anche per questo, nel momento in cui ci si comincia a prefissare degli obiettivi veri tutto diventa possibile. Forse è proprio questo l’aspetto migliore giacché anche se una distanza sembra inarrivabile con un po’ di costanza diventa automaticamente fattibile.

Quindi, correggimi se sbaglio, il fattore psicologico è fondamentale.
Esattamente, di certo è una qualità del podista che va comunque allenata insieme al corpo. Inutile aggiungere che se la testa dice che quel determinato percorso è troppo faticoso la gamba, per quanto allenata, non andrà mai avanti da sola.

Quanti allenamenti fa in genere un atleta amatoriale?
Rimanendo su un livello di questo tipo secondo me vanno bene tre o quattro allenamenti a settimana, chiaramente le prime volte non si può pensare di correre subito una maratona intera ma con la costanza si riesce a migliorare di volta in volta. Quest’ultima caratteristica va inoltre coltivata in concomitanza con il fattore psicologico, infatti, come accennavo poco fa entrambe le cosa vanno di pari passo a formare la preparazione atletica.

Secondo te perché è poco comune come sport sia nelle nostre zone che su tutto il territorio nazionale?
Probabilmente è poco comune principalmente per un fattore economico visto che è difficilissimo raggiungere un livello tale che permetta al podista di vivere con i proventi dei suoi risultati. Inoltre è uno sport molto faticoso che, paradossalmente, si discosta totalmente da quello che si fa in tutte le altre discipline pur rappresentandone la base. Inoltre molti sono coloro che si appassionano tardi alla disciplina e anche per questo stiamo cercando di proporre, anche ai ragazzi più piccoli, delle iniziative nuove. Anche il campionato Corrilabruzzo spesso dedica delle intere manifestazioni al nostro stesso scopo.

Una delle immagini che più facilmente si ricorda quando si pensa al podismo è la vittoria, in occasione dei giochi olimpici del 1960, nella maratona di Abebe Bikila che corse il 42 km scalzo. A proposito di questo quanto è importante l’utilizzo di una buona scarpa da parte dell’atleta?
La scarpa è praticamente l’unico accessorio del podista e per questo è molto importante, infatti bisogna che la valuti un professionista al momento dell’acquisto. Inoltre c’è da aggiungere che ognuno ha un modo diverso di poggiare il piede, pertanto non esiste neppure una scarpa perfetta. Purtroppo quello a cui si va incontro sono anche dei problemi alle articolazioni e per questo, secondo me, bisognerebbe variare i ritmi ma anche i fondi su cui si corre. Non a caso la sabbia è un ottimo allenamento, da affrontare sempre in modo graduale, per far abituare le gambe ma soprattutto le articolazioni ad ogni tipo di sollecitazione. Infine ti posso dire che più si varia più viene la fame di questo sport perché si cominciano a notare dei particolari che altrimenti resterebbero invisibili anche nelle zone che si pensa di conoscere meglio.

Nel rispondere alla prima domanda mi hai accennato ad un nuovo progetto che sta prendendo forma, ti posso strappare un’anticipazione?
Esatto mi riferivo ad una gara che pensiamo di organizzare in collaborazione con l’Atletica Vasto e la Podistica Montenero. Si tratterà di una mezza maratona che partirà da Vasto e scenderà, seguendo un percorso pianeggiante fino a Petacciato ma i lavori sono ancora in corso.

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