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Un quintale di farina a San Giovanni

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SAN GIOVANNI LIPIONI - Più di un quintale di farina utilizzata, una trentina di donne al lavoro per impastare, cuocere e impiattare la gloria gastronomica del basso Abruzzo e del vicino Molise, le ''sagn a'ppzzat'', un tempo pietanza della quotidianità rurale, oggi celebrate con le sagre di paese. Si è tenuta venerdì sera la ventunesima edizione della sagra delle ''sagn a'ppzzat'', in una piazza del Popolo letteralmente gremita da centinaia di golosi accorsi dai paesi limitrofi, nel suggestivo colpo d'occhio offerto dalla sagoma illuminata della splendida ed antichissima chiesa parrocchiale che sovrasta l'intero paese. Stiamo parlando di quello che potrebbe essere senza dubbio il piatto simbolo di tutto l'Alto Vastese e della tradizione culinaria rurale e montana, la pasta fatta in casa con sola acqua e farina, tagliata a forma di rombi, e condita con saporiti sughi di carne. Giustissimo dunque celebrare le ''sagn a'ppzzat'' con una sagra, tra l'altro molto ben riuscita e salutata con soddisfazione da tutti i membri dello staff, formato in gran parte da simpatiche massaie che hanno messo a disposizione la loro manualità e la loro arte culinaria per una serata dedicata alla buona cucina genuina e ai sapori di un tempo. Intanto già si sta lavorando per la terza sagra della ''Ciammaruca'', organizzata dalla numerosa comunità di ''sangiovannesi'' che abitano a Bologna, in programma per il prossimo 18 agosto. Il menu prevede ''gramigna con salsicce'' e ''crescentine con il prosciutto'', due piatti della tradizione bolognese, per un interessante gemellaggio gastronomico con l'Abruzzo e il paese natio. Francesco Bottone
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