Ultimi giorni a disposizione per visitare l'interessante mostra allestita a Canneto, ospitata dalla piccola diocesi abruzzese e molisana di Trivento, dal titolo ''Miracoli eucaristici, tesori nascosti''. L'esposizione di numerosi pannelli fotografici, con minuziose descrizioni storiche e referti scientifici, dei circa 142 miracoli eucaristici tra quelli censiti in tutto il mondo e riconosciuti ufficialmente dalle autorità ecclesiastiche, resterà aperta al pubblico fino al prossimo 28 agosto. Si tratta di una delle tappe della mostra itinerante a cura dell'Istituto San Clemente I di Milano che va avanti dal 1997, già ospitata in oltre cinquecento parrocchie in Italia, e approdata negli USA, in Francia e altre nazioni europee. All'inaugurazione della mostra di Canneto ha partecipato il Vescovo di Trivento, Monsignor Domenico Angelo Scotti, che ha impartito la sua solenne benedizione alla sala dell'esposizione. Madrina della cerimonia la giornalista Giuseppina Sciascia, vaticanista della Rai e collaboratrice de L'Osservatore Romano, che è intervenuta dopo il breve saluto del rettore del santuario di Canneto, don Vladimiro Porfirio. ''La storia insegna che i miracoli eucaristici - ha ricordato Giuseppina Sciascia - avvengono in momenti di crisi e di pericolo per la fede, quando dilagano le eresie, oppure in risposta al dubbio dei sacerdoti sulla vera presenza della divinità del Cristo nelle specie del pane e del vino''. Ed ha citato quelle pericolose manifestazioni del pensiero moderno che possono essere considerate moderne eresie, come la convinzione che la messa sia un momento conviviale e gioioso e non il rinnovarsi del sacrificio della Croce, le leggi che rendono lecito l'aborto, la sperimentazione sugli embrioni, la clonazione umana, l'eutanasia, le forme imperanti di relativismo etico e religioso. L'elevato numero di visitatori della mostra di Canneto dimostra un interesse sempre elevato per le manifestazioni del divino, quei miracoli eucaristici di fronte ai quali anche la scienza ha dovuto arrendersi professando i propri limiti. Francesco Bottone