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Assolto Sciarra

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SCHIAVI DI ABRUZZO - Assoluzione, perché il fatto non sussiste, questo è il dispositivo della sentenza pronunciata venerdì dal tribunale di Vasto chiamato a decidere in merito ad un procedimento penale a carico di Piero Paolo Sciarra, l'attuale sindaco di Schiavi di Abruzzo, per presunti reati inerenti l'inquinamento ambientale. Si è tenuta nella giornata di venerdì a Vasto, la seconda udienza dibattimentale del processo che vedeva imputato il sindaco del comune montano. I fatti, che la Procura di Vasto aveva giudicato penalmente rilevanti, risalivano a circa due anni addietro, al novembre del 2004, quando gli uomini del Corpo Forestale della stazione di Castiglione Messer Marino, inviati direttamente dal comando provinciale di Chieti, presso il quale era giunta una segnalazione, intervennero su una discarica abusiva attivata sul territorio comunale in località Acquara. Nel sito i militari rinvennero ingenti quantitativi di rifiuti ingombranti, ferrosi e inquinanti, compresi alcuni pannelli di eternit, che erano stati inspiegabilmente interrati invece di essere smaltiti secondo le norme vigenti. Inevitabile l'apertura del procedimento penale a carico dell'amministratore Sciarra, responsabile in solido, subentrato da pochi mesi, dal giugno del 2004, all'attuale vicesindaco Luciano Piluso che invece allora ricopriva la carica di primo cittadino e non aveva potuto avanzare nuovamente la sua candidatura perché aveva già ricoperto quella carica per due mandati consecutivi. La tesi difensiva, sostenuta da alcuni testi già nel corso della prima udienza, è stata questa: i rifiuti non furono interrati nel tentativo di occultarli, ma semplicemente si stava procedendo in loco all'ampliamento di una strada, che avrebbe consentito l'accesso ai mezzi pesanti per la rimozione dei rifiuti stessi, e dunque il consistente movimento di terra necessario per i lavori aveva causato l'occultamento dell'ingente quantitativo di materiale ferroso e inquinante. Una tesi che in prima udienza sembrava non aver convinto troppo l'Accusa, ma che evidentemente è stata ritenuta sufficiente dall'organo giudicante per assolvere l'imputato. Bisognerà ora attendere i canonici quaranta giorni per conoscere tutte le motivazioni della sentenza di assoluzione. Francesco Bottone
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