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Concerto di canzoni anni '60 per voce solista e... rombo di trattore

Alla riscoperta di un allegria dimenticata: «Si è spento il sole nel mio cuore per te»

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È decisamente una notizia – la dove è possibile – accompagnare con il canto il proprio lavoro. Soprattutto perché siamo nel secondo millennio, mezzo secolo fa ..era più che normale.  Chi abita in periferia ha diversi svantaggi ma, a volte, delle sorprese veramente ..impensate più che dimenticate. Mentre  la minestra bolle, si coglie l’occasione, dello splendido sole autunnale, per stendere il bucato. All’improvviso un rombo di trattore squassa la quiete del retro/palazzina. Nulla di strano, perchè, a pochi metri, vi è l’aperta campagna regolarmente e attentamente coltivata.

La novità “folgorante”  è stata quella di sentire una voce bella,  quasi tenorile  e intonata che cantava un brano del tipo rock melodico degli anni ‘60: Si è spento il sole nel mio cuore per te. Un celebre successo di Adriano Celentano.  Ci si è chiesto se era:  una radio, la televisione, un CD, you tube..altro. Era talmente gradevole che si sperava.. il rumore del mezzo agricolo cessasse al più presto per  ascoltare meglio. Invece, non era possibile spegnere, né il canto né il rumore del mezzo agricolo,  perché, la bella canzone di Celentano era cantata dal ..guidatore/aratore. Insieme ad altri vicini affacciatisi al balcone per lo stesso motivo,  siamo rimasti incantati ad ascoltare. Ovviamente sono scesa per un contatto umano prima ancora che giornalistico.  Il mezzo agricolo (estirpatore) si è arrestato  e,  un sorriso luminoso come lo splendido sole d’autunno,  mi  ha accolto. Si chiama  Antonio Torricella, è  di San Salvo,  è un operatore di mezzi agricoli ed ha 68 anni.

Chiedo “spiegazioni” del canto a voce così alta, nel rumore,  e ..nel mentre traccia solchi nella terra. Antonio Torricella  lo espone in modo semplicissimo con due espressioni: “cantare mi fa compagnia e.. mi mette allegria”.  Per contro,  viene da pensare alla nostra aria cupamente assorta, mentre siamo curvi sui nostri smartphone ..in ogni luogo. Viene naturale fare altre domande del tipo: quante ore al giorno lavori, a che ora ti alzi ?, cosa mangi ?, quanti figli hai ? , sei stanco ?..altro.

Le risposte sono brevi e di una serenità sconcertante per molti di  noi : “ Non lavoro mai meno di 15 ore al giorno – mi alzo alle cinque del mattino –  aro anche di notte alla luce dei fanali del trattore, ho quattro figli maschi (Michele, Felice, Mario e Massimo) – mi stanco quanto basta – mi piace lavorare cantando”.  Poi chiedo del repertorio canoro..dei campi arati ”. Eccolo: “ La fisarmonica di G.Morandi -  Marina di R. Granata – Il ragazzo della Via Gluck – San Salvo canta di Leone Balduzzi – altre)  e..non poteva mancare  l’indimenticabile “Mamma son tanto felice”  di Beniamino Gigli.

Antonio mangia pasta fatta in casa dalla sua signora, una fetta di ventricina con pane.. fatto in casa, una salsiccia, un po’ di formaggio..nel mentre parla azzardo: “ e ..una bella frittata con le patate”. “Si certo, risponde, però la mattina prestissimo perché devo fare il pieno di energie”.
Antonio è il papà di Mario Torricella nostra giovane gloria e talento canoro locale,  si, non poteva essere altrimenti.  Una volta, cantare mentre si lavorava dava cadenza alle braccia e agli strumenti agricoli ma,  Antonio  – con il trattore –  non ne ha bisogno,  canta per compagnia e.. pura felicità.

Foto: Ines Montanaro

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