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Continua la saga di ''uno strano paese''

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CASTELGUIDONE - A distanza di un mese dall'incontro pubblico organizzato dallo scrittore Franco Meo con lo scopo di fornire ''alcuni doverosi chiarimenti'' in merito al suo romanzo, ''Uno strano paese'', trascinato in un'aula di tribunale, continua la saga del romanziere indagato e a Castelguidone non si parla d'altro. Nei giorni scorsi infatti il Meo ha diffuso in paese e negli altri centri dell'Alto Vastese un libercolo dal titolo ''La verità nascosta''. In sostanza si tratta della trascrizione dell'intervento tenuto nel corso dell'ultimo incontro pubblico, con l'aggiunta di alcuni passi inediti che non fanno altro che gettare benzina sul fuoco delle polemiche. Il paradosso è che l'autore aveva dichiarato che la finalità dell'incontro con i cittadini era di ''superare le continue controversie e di ricreare armonia''. Dopo essersi guadagnato una citazione in giudizio per il contenuto del suo romanzo e la richiesta esorbitante di un risarcimento di 250 mila euro, Franco Meo è passato decisamente all'attacco, nonostante le pacate dichiarazioni d'intenti, e a cadenza periodica assesta qualche colpo a quelli che sono diventati, anche nell'immaginario comune, i suoi rivali. Prima i manifesti affissi in paese, poi l'incontro pubblico, ora il libercolo. In molti a Castelguidone credono che l'autore stia esagerando, stia forzando un po' la mano nell'intento di creare visibilità attorno al suo romanzo. Ci asteniamo da ogni giudizio di valore limitandoci ai fatti, e precisamente al contenuto del libercolo diffuso negli ultimi giorni. In terza di copertina si legge testualmente: ''Ritengo che il mio comportamento sia stato di assoluto rispetto per tutti, che non ho offeso nessuno, ma sono stato assalito. Nel mio intervento ho solo reso noto alcuni episodi delle persone che mi hanno citato''. ''Ho detto che non avrei scoperchiato il calderone perché sarebbe stato pericoloso, - aggiunge minaccioso Franco Meo - ma se riscontrassi un ulteriore accanimento di quelle persone nei miei confronti, non esiterei più a conservare per me gli episodi di cui sono a conoscenza, ma li porterei, senza ulteriore avviso, nelle sedi e nelle istituzioni di competenza''. Francesco Bottone
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