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Monsignor Cerrone interviene nel dibattito sul Natale

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ALTO VASTESE - ''Ci sono dei tentativi di mettere da parte Gesù, si rinuncia, in qualche scuola, ad allestire il presepio e a cantare 'Tu scendi dalle stelle'. Tutto questo è molto grave perché si rinuncia alle nostre radici cristiane e culturali, per non urtare la sensibilità di chi non è cristiano''. Sono le coraggiose parole pronunciate, nei giorni scorsi, da monsignor Antonio Cerrone, già vicario generale della diocesi abruzzese e molisana di Trivento alla quale appartengono molte parrocchie dell'Alto Vastese. Monsignor Cerrone tocca così un tema attualissimo e dibattuto proprio in questi giorni, anche nelle piccole comunità dell'entroterra Vastese, cioè la scelta tra il tradizionale presepe e il più laicista albero di natale. Una problematica che non riguarda certamente i privati cittadini, liberi di procedere secondo le proprie idee in casa propria, ma gli addobbi natalizi negli uffici pubblici e in particolare nelle scuole elementari e medie. Nei piccoli centri montani, in effetti, sono rarissimi i casi di scolari di altre religioni, mentre più frequenti quelli di bambini provenienti da famiglie non credenti, che si professano atee, e che dunque potrebbero essere turbati, così sostiene qualcuno, dalle tradizionali rappresentazioni sacre del presepe. Si tratta di una polemica alimentata e costruita artatamente dai genitori, perché è difficile credere che un bambino in età scolare possa sentirsi in qualche modo ''turbato'' nel vedere una capanna, il bue e l'asinello e Gesù bambino deposto nella mangiatoia. Le insegnanti della scuola dell'obbligo provenienti dall'Alto Vastese che insegnano nelle grandi città, molte ad esempio lavorano a Roma, riferiscono che è praticamente impossibile allestire un presepe negli istituti scolastici, proprio per evitare di recare offesa alle altre religioni, e anche la scelta della poesia di Natale da far imparare agli scolari desta è problematica, perché il contenuto della stessa non deve avere alcun riferimento alla tradizione cristiana. Probabilmente siamo al ridicolo, ci sia concesso esprimere questo giudizio. ''Quelli che giustificano tutto questo - ha continuato monsignor Cerrone - sono gli stessi che ci dicono che dobbiamo lasciare libere le donne musulmane di portare il velo, agli uomini di avere più di una moglie, di riposare il venerdì. Loro non possono rinunciare alle loro tradizioni, noi cristiani, a casa nostra, dobbiamo rinunciare alle nostre''. Francesco Bottone
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